Consiglio Mondiale delle Chiese: Darfur, sfida morale per la comunità internazionale
Il conflitto nella martoriata regione sudanese del Darfur ha scatenato un’incontenibile
ondata di violenza e ‘un’immensa crisi umanitaria”. E’ quanto si afferma nella “Dichiarazione
sulla crisi del Darfur nel contesto del Sudan” approvata martedì scorso dal comitato
centrale del Consiglio Mondiale delle Chiese (Wcc). Nel documento, ripreso dall’agenzia
Zenit, si condannano “le atrocità di massa perpetrate contro civili innocenti” e si
esorta il governo sudanese “ad assumere la piena responsabilità di difendere i suoi
cittadini” senza discriminazioni. Si chiede anche di “permettere l’assistenza umanitaria
ininterrotta” per affrontare quella che viene definita “una sfida morale per la comunità
internazionale”. Un particolare ringraziamento viene poi ribadito “per il ruolo significativo
delle Chiese del Sudan nel promuovere il dialogo interreligioso e nel lavorare per
la pace, la giustizia, la riconciliazione e il rispetto per la dignità e il benessere
di tutti gli abitanti del Paese”. Nel testo si esorta inoltre il governo sudanese
a rispettare le dichiarazioni e gli accordi che ha firmato. Tra questi il più importante
è “l’Accordo per la pace e l’intesa” siglato con il Movimento di liberazione del popolo
sudanese nel 2005. Secondo dati dell’Onu, sono almeno 1200 i morti dall’inizio dell’anno
ad oggi a causa delle violenze avvenute nel Sud Sudan. La situazione rischia di diventare
ancora più critica con l’avvicinarsi delle elezioni generali, previste ad aprile.
“Se la violenza continuerà – sottolinea David Gressly, coordinatore nel sud della
missione Onu in Sudan – sarà molto difficile organizzare il voto”. Ad aprile gli elettori
saranno chiamati a scegliere il presidente e a rinnovare il Parlamento. Secondo Gressly
il governo del Sud Sudan, finora, ha fatto poco per disarmare le milizie armate. Le
Nazioni Unite si trovano ora ad affrontare una corsa contro il tempo per rafforzare
polizia ed esercito in vista delle elezioni. (A.L.)