Viterbo festeggia Santa Rosa. Mons. Chiarinelli: ha annunciato Cristo ai più piccoli
A Viterbo sono entrate nel vivo le celebrazioni per la festa di Santa Rosa, co-patrona
della diocesi, che la Chiesa ricorderà domani. Questo pomeriggio il corteo storico
sfilerà portando per le vie del centro il cuore della Santa. Domani sera la “Macchina
di Santa Rosa” riproporrà la suggestiva processione che da sempre richiama centinaia
di visitatori. In questi giorni l’entusiasmo che accompagna le manifestazioni popolari
assume un significato speciale per l’attesa della visita che Benedetto XVI terrà “nella
città dei Papi” domenica prossima. Il servizio di Antonella Palermo:
“Viterbo
senza Santa Rosa è una comunità impensabile”. Così i viterbesi sottolineano il legame
imprescindibile che da 750 anni hanno mantenuto con questa giovane che consacrò la
sua breve vita – morì nel 1251 a soli 18 anni – all’amore per la Chiesa e per i poveri.
Cagionevole di salute - era nata infatti senza lo sterno - proveniva da una umile
famiglia di agricoltori. Diventò terziaria francescana e, sebbene molto malata, non
mise a tacere la sua fede proprio mentre l’imperatore Federico II assediava la città
prendendone il potere. Considerata un elemento di disturbo, Rosa fu costretta ad un
breve ma duro esilio. Il luogo nei pressi della chiesa di Santa Maria in Poggio, dove
fu poi seppellita nella nuda terra, divenne presto meta di molti pellegrini che raccontavano
di guarigioni straordinarie. Avviato il processo di canonizzazione, si scoprì che
il suo corpo era rimasto incorrotto. Fu Papa Alessandro IV, a cui Rosa era apparsa
in sogno tre volte, che il 4 settembre del 1258 decise di trasferirlo nel monastero
delle Clarisse, dove lei aveva desiderato di essere accolta, e dove è tuttora custodito
in una teca di vetro davanti alla quale Benedetto XVI sosterà domenica prossima. Proprio
l’anniversario della traslazione sarà rievocato domani sera con il trasporto della
“macchina”, una torre illuminata alta una trentina di metri, portata per circa un
chilometro da un centinaio di facchini. Ma quali sono le novità per la festa di quest’anno,
alla vigilia della visita del Santo Padre? Mons. Lorenzo Chiarinelli,
vescovo di Viterbo:
R. – Quest’anno, per richiamare
l’aspetto di fede e di devozione che contiene la macchina, abbiamo benedetto per la
prima volta la statua che si mette al vertice della macchina per indicare che la macchina
è di Santa Rosa. C’è poi una preghiera che reciteranno proprio i facchini nell’attigua
chiesa di San Sisto prima di procedere verso questo loro cammino.
D.
- Quale modello di giovane cristiana si può cogliere dalla vita di Santa Rosa?
R.
– E’ una Santa del tredicesimo secolo ma in quel contesto ecclesiale, culturale, civile
ed anche politico emerge il suo legame essenziale con Cristo. Non è però una realtà
di solitudine psicologica o che oggi potremmo definire di “intimismo”. E’ una realtà
che la apre ai fratelli. Ecco la sua carità: annunciare Cristo anche ai più piccoli
ed anche – tema molto impegnativo – la partecipazione alle vicende civili della sua
città.