La Chiesa italiana dedica la quarta Giornata del Creato all'aria, "bene indispensabile
alla vita". Intervista con padre Enzo Fortunato
“Un’occasione per riflettere sull’aria, bene indispensabile alla vita”. Con questo
obiettivo oggi, primo settembre, la Chiesa italiana celebra la quarta Giornata per
la salvaguardia del Creato. Per l’occasione, la Conferenza episcopale italiana ha
invitato a riflettere sul problema dei gas serra. L’ambiente è al centro delle preoccupazioni
di Benedetto XVI che, nell’Angelus di domenica scorsa, ha lanciato un appello ai leader
del pianeta per cooperare per la difesa della terra. Ma quale sia il significato della
quarta Giornata per il Creato, Roberta Rizzo lo ha chiesto a padre Enzo
Fortunato, direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi:
R. - E’ un
grande richiamo a prestare attenzione a ciò che ci circonda: la spiritualità legata
all’ambiente prende spunto da uno degli scritti più famosi e più noti di San Francesco,
il Cantico delle Creature, che sottolinea il rapporto di sororità e di fraternità
con l’intera creazione. Vengono in mente in questo momento le parole di San Francesco:
“Laudato sii mi Signore, per tutto ciò che ci circonda, laudato sii mi Signore per
sora Luna, frate Vento, frate foco”. E’ un modo di guardare e di impostare la relazione
con gli altri, con la natura, con le cose. Un modo dettato dalla consapevolezza profonda
che in ogni cosa c’è il germe di Dio, l’impronta di un Dio amore.
D.
- Quali saranno gli appuntamenti?
R. - La Conferenza
episcopale italiana, ha voluto puntare su Assisi. Il 15 settembre prossimo, ci sarà
una giornata interamente dedicata a questi problemi, con alcune tappe significative
ed importanti. La prima con il contributo dell’Accademia delle Scienze: esperti di
fama internazionale approfondiranno i temi legati all’aria - elemento importante in
quanto datore di vita nell’uomo - che sono in sintonia con il tema che la Conferenza
episcopale italiana ha proposto alla riflessione dei credenti.
D.
- La crisi ecologica che stiamo vivendo appare come un cammino sbagliato che stiamo
portando avanti nei confronti della natura. Può essere considerato un vero e proprio
peccato?
R. - Credo di sì. Quando non rispettiamo
la realtà che ci circonda o non rispettiamo il prossimo, credo che possiamo parlare
di “ferita con la relazione”. E’ evidente che alcuni uomini non hanno tutelato il
Creato e hanno sfruttato la terra come hanno sfruttato l’uomo. Ecco l’importanza di
un capitolare di fronte ad un’emergenza che sta diventando giorno dopo giorno sempre
più forte.
D. - Papa Benedetto XVI nella sua Enciclica
Caritas in veritate ha richiamato a uno stile di vita più essenziale...
R.
- Vi è la consapevolezza profonda che l’ambiente è il principale luogo dell’uomo.
Quindi, l’ambiente dev’essere degno dell’uomo e l’uomo deve essere degno del luogo.
D.
- Un impegno per la tutela della stabilità climatica - e quindi anche ambientale -
coinvolge l’intera famiglia umana e pone al mondo stesso anche una grave questione
di giustizia...
R. - Dove c’è giustizia c’è pace.
Dove c’è pace c’è rispetto, c’è sostenibilità, c’è accoglienza dell’uomo, c’è possibilità
di vivere in armonia. E’ una certezza, direi quasi un imperativo categorico.