2009-08-31 15:26:37

La Chiesa del Guatemala: non si è cristiani senza l'accoglienza degli immigrati


“Immigrazione e fede” è il titolo del messaggio scritto da mons. Álvaro Ramazzini, vescovo di San Marcos e presidente della Pastorale della mobilità umana della Conferenza episcopale del Guatemala, per la Giornata nazionale del Migrante, che si celebra nel Paese centroamericano domenica prossima. “Nessuna comunità cristiana potrà considerarsi tale se non accoglie con sollecitudine ed affetto i fratelli e le sorelle immigrati” si legge nel testo ripreso dall'agenzia Fides. Spesso, infatti, accade che “per migliaia di cristiani, cattolici e non cattolici, le sofferenze, le difficoltà, le angustie, i sogni, le illusioni e le speranze degli immigrati rimangono tali, senza intaccare la loro coscienza e i loro sentimenti”. Di fronte a questa situazione, occorre riaffermare l’“opzione preferenziale per i poveri”, la stessa ribadita dai vescovi ad Aparecida, come realtà “che deve attraversare tutte le nostre strutture pastorali”. Laddove ci sono persone vittime di una società “ingiusta ed escludente”, uomini e donne “feriti per la mancanza di opportunità”, i cristiani sono chiamati a portare il loro contributo, esercitando “genuinamente la loro fede”. Per mons. Ramazzini “la fede ci aiuta a vedere nel fenomeno dell’immigrazione un’opportunità unica per praticare la compassione e l’amore del Buon Samaritano”. Pertanto bisogna superare “una visione prettamente assistenziale, seppur necessaria, per cercare congiuntamente come Chiesa, popolo di Dio, Corpo del Signore, i modi e le strategie per giungere a politiche migratorie che rispettino la dignità e proteggano la vita degli immigrati. Se vogliamo essere credenti che vivono ciò che credono, non possiamo ignorare la situazione attuale degli immigrati che ogni giorno rischiano la loro vita a causa dei pericoli che incontrano durante il viaggio” si legge ancora nel testo. Allo stesso tempo, scrive il vescovo di San Marcos, “è doveroso ringraziare Dio per l’impegno apostolico di tutte quelle persone che hanno raggiunto i loro paesi di destinazione” e che “sono diventati evangelizzatori che condividono la loro esperienza di fede” nelle comunità che li hanno accolti. Attraverso il loro impegno apostolico e missionario, “aiutano a presentare la Chiesa come sposa splendente, senza macchia e senza ruga”. Il messaggio si conclude con un caloroso invito a tutte le comunità cristiane delle diocesi e dei vicariati del Paese a celebrare la Giornata dell’emigrante, “unendosi in maniera speciale ai familiari di quanti soffrono per la lontananza dei loro cari”. Da parte loro, tutti i guatemaltechi “vivano la carità evangelica del buon samaritano” attraverso gesti di solidarietà. (R.P.)







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