La Chiesa del Guatemala: non si è cristiani senza l'accoglienza degli immigrati
“Immigrazione e fede” è il titolo del messaggio scritto da mons. Álvaro Ramazzini,
vescovo di San Marcos e presidente della Pastorale della mobilità umana della Conferenza
episcopale del Guatemala, per la Giornata nazionale del Migrante, che si celebra nel
Paese centroamericano domenica prossima. “Nessuna comunità cristiana potrà considerarsi
tale se non accoglie con sollecitudine ed affetto i fratelli e le sorelle immigrati”
si legge nel testo ripreso dall'agenzia Fides. Spesso, infatti, accade che “per migliaia
di cristiani, cattolici e non cattolici, le sofferenze, le difficoltà, le angustie,
i sogni, le illusioni e le speranze degli immigrati rimangono tali, senza intaccare
la loro coscienza e i loro sentimenti”. Di fronte a questa situazione, occorre riaffermare
l’“opzione preferenziale per i poveri”, la stessa ribadita dai vescovi ad Aparecida,
come realtà “che deve attraversare tutte le nostre strutture pastorali”. Laddove ci
sono persone vittime di una società “ingiusta ed escludente”, uomini e donne “feriti
per la mancanza di opportunità”, i cristiani sono chiamati a portare il loro contributo,
esercitando “genuinamente la loro fede”. Per mons. Ramazzini “la fede ci aiuta a vedere
nel fenomeno dell’immigrazione un’opportunità unica per praticare la compassione e
l’amore del Buon Samaritano”. Pertanto bisogna superare “una visione prettamente assistenziale,
seppur necessaria, per cercare congiuntamente come Chiesa, popolo di Dio, Corpo del
Signore, i modi e le strategie per giungere a politiche migratorie che rispettino
la dignità e proteggano la vita degli immigrati. Se vogliamo essere credenti che vivono
ciò che credono, non possiamo ignorare la situazione attuale degli immigrati che ogni
giorno rischiano la loro vita a causa dei pericoli che incontrano durante il viaggio”
si legge ancora nel testo. Allo stesso tempo, scrive il vescovo di San Marcos, “è
doveroso ringraziare Dio per l’impegno apostolico di tutte quelle persone che hanno
raggiunto i loro paesi di destinazione” e che “sono diventati evangelizzatori che
condividono la loro esperienza di fede” nelle comunità che li hanno accolti. Attraverso
il loro impegno apostolico e missionario, “aiutano a presentare la Chiesa come sposa
splendente, senza macchia e senza ruga”. Il messaggio si conclude con un caloroso
invito a tutte le comunità cristiane delle diocesi e dei vicariati del Paese a celebrare
la Giornata dell’emigrante, “unendosi in maniera speciale ai familiari di quanti soffrono
per la lontananza dei loro cari”. Da parte loro, tutti i guatemaltechi “vivano la
carità evangelica del buon samaritano” attraverso gesti di solidarietà. (R.P.)