Denuncia dell'Onu: in aumento le sparizioni involontarie di persone
50 mila episodi accertati di sparizioni involontarie, dal 1980 ad oggi. La denuncia
ieri in occasione della Giornata Internazionale delle persone scomparse, da parte
del gruppo di lavoro incaricato dalle Nazioni Unite di recensire i casi nel mondo
intero. Solo nel 2008 sono stati 1203 contro 629 del 2007, con un incremento di oltre
il 90%. L'Onu sottolinea che ''gli Stati sono obbligati a condurre inchieste'' su
tali scomparse, anche e soprattutto quando le sparizioni sono legate a politiche di
lotta al terrorismo. Spesso “equivalgono a sparizioni forzate” – accusa il gruppo
di lavoro - ''gli arresti che avvengono durante le operazioni militari, le detenzioni
arbitrarie e le rese in massa”. Ugualmente preoccupanti ''i rapimenti lampo''. L'Onu
esorta quindi i Governi a ratificare la Convenzione internazionale contro le scomparse
involontarie, adottata nel 2006, firmata da 81 Paesi, in attesa della ratifica di
almeno altri 7 Paesi su 20 necessari per entrare in vigore. Tra i firmatari spicca
l’assenza di grandi Paesi come Stati Uniti, Gran Bretagna, Russia, Cina. Questo trattato
obbliga gli Stati a introdurre il reato di sparizione forzata, di indagare, proteggere
i testimoni, perseguire penalmente sul proprio territorio ogni persona coinvolta a
prescindere da dove il crimine sia stato commesso e di estradare i responsabili verso
un altro Stato o di consegnarli a un Tribunale penale internazionale, riconoscendo
infine il diritto delle famiglie a conoscere la verità e a ottenere riparazione del
danno. (A cura di Roberta Gisotti)