Chiusura della Perdonanza a L'Aquila: mons. Molinari traccia il bilancio della Festa
nell'Anno celestiniano
“Perdonate e vi sarà perdonato”: questo l’invito dell’arcivescovo de L'Aquila nella
Messa di chiusura della Porta Santa, che ha concluso le celebrazioni della Perdonanza.
Le spoglie di Papa Celestino attraverseranno ora le 11 diocesi di Abruzzo e Molise
e durante questa peregrinatio i fedeli potranno lucrare l’indulgenza, concessa in
occasione del Giubileo celestiniano nell’ottavo centenario della nascita del Santo.
Le spoglie torneranno poi a L’Aquila il 28 agosto 2010, in occasione della 716esima
edizione della Festa. Nel frattempo le spoglie Mons. Giuseppe Molinari, ripercorre
le tappe della Festa a partire dall'apertura del cardinale Tarcisio Bertone, segretario
di Stato. L'intervista è di Fabio Colagrande:
R. – Il cardinal
Bertone ci ha portato il saluto del Papa: ha detto che è venuto volentieri a mostrare
ancora una volta la sua vicinanza, il suo affetto. Lui era già venuto il Venerdì Santo,
in occasione di quella dolorosissima circostanza del funerale delle 300 vittime. Nella
sua omelia ci ha ricordato la sostanza della Perdonanza celestiniana; ha fatto, però,
anche un invito rigoroso alla ricostruzione, quindi alla responsabilità di tutti,
anche delle istituzioni e della politica. E abbiamo pregato insieme per questo.
D.
– Si aspettava una partecipazione così ampia al momento dell'apertura della Porta
Santa, al corteo storico e poi alla Santa Messa di fronte a Collemaggio?
R.
– Per la verità qualche perplessità ce l’avevo, proprio per questa situazione particolare
e difficile. E’ stato bello, però, vedere tanta gente, e poi vedere più tardi, la
sera, tanti giovani, sia alla Veglia delle 22.00 sia a quella poco prima della mezzanotte.
Sono venuti anche alcuni giovani che si sono riuniti in questi giorni a San Gabriele
per la tendopoli che si fa ogni anno. E’ stato molto bello sia lo spettacolo di questa
folla numerosa, malgrado le difficoltà logistiche, sia di tutti questi giovani venuti
dalla provincia de L’Aquila e da altre parti dell’Abruzzo e del Molise.
D.
– Lei ha celebrato la Santa Messa di chiusura della Perdonanza, ha iniziato il pellegrinaggio
delle reliquie di Celestino V, ha iniziato l’Anno Celestiniano: che parole ha rivolto
ai fedeli?
R. – C’è una parola nel rito di chiusura,
dove si dice: “Si chiude questa porta, ma non si chiude la porta della misericordia
di Dio”. Quindi, ho cercato di sottolineare che, volendo, anche se in forma diversa,
la Perdonanza può continuare ogni giorno anche nella nostra vita feriale, nella nostra
vita quotidiana. In fondo, ricorrendo ad un testo di un antico Padre della Chiesa,
San Giovanni Crisostomo, che dice che le vie della riconciliazione sono riconoscere
i propri peccati, perdonare, la preghiera, l’umiltà, l’elemosina, ho cercato di ricordare
questi che sono aspetti fondamentali della vita cristiana, che ci vengono suggeriti
anche dalla Perdonanza. E facendo riferimento a questo insegnamento di questo Padre
della Chiesa, che è un po’ l’insegnamento di Celestino, ho esortato tutti a non concludere
la Perdonanza il 28, 29 agosto, ma a far sì che possa continuare tutto l’anno. E questo
sarà un anno particolare, perché è l’Anno Celestiniano, è l’anno che ci ricorda la
nascita di Celestino.
D. – Durante il corteo storico
c’è stata qualche piccola contestazione per l’emergenza abitativa. Continua ad esserci
disagio ovviamente, paura per il futuro. Lei crede che questa festa religiosa abbia
potuto dare un po’ di speranza alla popolazione dell’aquilano?
R.
– Io me lo auguro, perché certamente è da capire la sofferenza, il dolore, l’esasperazione
di chi attende subito una soluzione. Io, tante volte, ho invitato tutti ad essere
anche realisti, a capire che si può fare un passo alla volta e che occorre l’impegno
dello Stato, ma anche l’impegno nostro, di noi aquilani. Quindi, sono contestazioni
comprensibili umanamente, ma che poi risultano molto sterili.