Kirkuk, cristiani e musulmani chiedono la pace per l'Iraq
Almeno sette persone morte e oltre 20 ferite in due attentati in Iraq: il primo a
Shirqat, nella provincia di Salahuddin, circa 300 chilometri a nord di Baghdad, il
secondo a Sinjar, cittadina irachena a nordovest della capitale e a pochi km dalla
frontiera con la Siria, dove il 13 agosto scorso sono state uccise 21 persone. A Kirkuk,
intanto, 50 esponenti religiosi musulmani e cristiani si riuniscono questa sera, in
occasione della fine del Ramadan, per levare un appello alla riconciliazione del Paese.
L’avvenimento si svolgerà nella cattedrale di Kirkuk su invito dell’arcivescovoLouis Sako, che parla dell’appello al microfono di Xavier Sartre, della
nostra redazione francese:
R. - Possiamo
vivere nella pace e nella stabilità. Non abbiamo più la forza per andare avanti in
questa brutta situazione e per questo abbiamo lanciato un appello ai capi politici
per la riconciliazione: si deve pensare al bene comune e al dialogo. Dobbiamo sederci
insieme e dialogare in modo civile per risolvere i problemi. Le minacce e le armi
non risolveranno mai i problemi. Spero - come sperano anche i capi religiosi - che
il dialogo possa avere un effetto positivo, soprattutto per il ruolo che hanno i capi
religiosi in vista delle prossime elezioni di gennaio, anche contro la politicizzazione
della religione da parte degli stessi politici. Sarà una voce sola, ma comunque anche
solo una voce serve per poter fare qualcosa e non rimanere ad aspettare”.