Il magistero di Benedetto XVI su Giovanni Battista, del quale la Chiesa celebra oggi
la memoria del martirio
La Chiesa ricorda oggi il martirio di San Giovanni Battista, che rese a Dio la sua
suprema testimonianza. E’ l’amico che esulta di gioia alla voce dello sposo e si eclissa
di fronte al Cristo, sole di giustizia: “Ora la mia gioia è compiuta; Egli deve crescere,
io invece diminuire”. Alla sua scuola si sono formati alcuni dei primi discepoli del
Signore. Amedeo Lomonaco ricorda alcuni degli insegnamenti di Benedetto XVI
sulla figura e la missione del Precursore:
San Giovanni
Battista sigilla la sua missione di Precursore con il martirio. E’ l’ultimo profeta
dell’Antico Testamento e il primo apostolo di Gesù. E’ l’unico fra i Santi di cui
si celebri la natività e il giorno della morte. Annuncia la venuta del Signore, esorta
alla conversione e predica la penitenza. In molti accorrono da tutta la Giudea, da
Gerusalemme e dalla regione intorno al fiume Giordano per ascoltarlo. In tanti pensano
sia il Messia ma è Giovanni stesso ad assicurare che è solo il Precursore. La vita
di Giovanni, come ricorda Benedetto XVI all’Angelus del 24 giugno del 2007, è stata
in realtà “tutta orientata a Cristo”:
“Giovanni
Battista è stato il precursore, la ‘voce’ inviata ad annunciare il Verbo incarnato…
Invochiamo la sua intercessione, insieme con quella di Maria Santissima, perché anche
ai nostri giorni la Chiesa sappia mantenersi sempre fedele a Cristo e testimoniare
con coraggio la sua verità e il suo amore per tutti”.
Giovanni
Battista battezza Gesù, non annuncia se stesso ma “l’Agnello di Dio, che toglie il
peccato del mondo”. E’ “il primo “testimone” di Gesù, che indica “Figlio di Dio e
redentore dell’uomo”. Giovanni - aggiunge il Papa - indica la Verità, senza paura:
“Da
autentico profeta, Giovanni rese testimonianza alla verità senza compromessi. Denunciò
le trasgressioni dei comandamenti di Dio, anche quando protagonisti ne erano i potenti.
Così, quando accusò di adulterio Erode ed Erodiade, pagò con la vita, sigillando col
martirio il suo servizio a Cristo, che è la Verità in persona”. Giovanni
Battista condanna pubblicamente Erode Antipa, che conviveva con la cognata e per questo
viene decapitato. Il suo esempio testimonia che “l’amore di Cristo è più forte della
violenza e dell’odio”. All’Angelus del 26 dicembre 2006, il Papa affida all’intercessione
di Giovanni Battista “tutti coloro che, seguendo il suo esempio, introducono nel mondo
la giustizia del regno di Dio:
“Con speciale vicinanza
spirituale, penso anche a quei cattolici che mantengono la propria fedeltà alla Sede
di Pietro senza cedere a compromessi, a volte anche a prezzo di gravi sofferenze.
Tutta la Chiesa ne ammira l’esempio e prega perché essi abbiano la forza di perseverare,
sapendo che le loro tribolazioni sono fonte di vittoria, anche se al momento possono
sembrare un fallimento”. L’eroico
esempio di San Giovanni Battista - auspica infine il Santo Padre all’udienza generale
del 30 agosto 2006 - sia lo “stimolo per progettare un’esistenza in piena fedeltà
a Cristo, per affrontare la sofferenza con coraggio e per testimoniare un amore sincero
per Dio e verso il prossimo”.