Tensione negli Usa dopo la decisione di Obama di sollevare la Cia dagli interrogatori
dei presunti terroristi. Le nuove regole non ammettono violenze
Regna un’atmosfera cupa negli Stati Uniti tra l’amministrazione Obama e la Cia, principale
organismo di intelligence statunitense. Il presidente infatti ha approvato
la creazione di una nuova squadra speciale, che avrà il compito di condurre gli interrogatori
degli individui considerati figure-chiave del terrorismo internazionale. Si chiamerà
"Gruppo d'interrogatorio dei detenuti d'importanza elevata", e sarà composta da esperti
cooptati in diverse agenzie d'intelligence e in vari corpi delle forze dell'ordine.
Tra le regole inderogabili del nuovo organismo: divieto assoluto di ricorso alla violenza
per estorcere informazioni ai sospetti. Per una valutazione di questa nuova misura
varata dalla Casa Bianca, Stefano Leszczynski ha intervistato Riccardo Noury,
portavoce di Amnesty International - Italia.
R. - Anche
se parziale, è un riconoscimento importante che qualcosa non ha funzionato nel corso
della guerra al terrore, in particolare nella conduzione degli interrogatori gestiti
dalla Cia all’interno dei centri di detenzione in Afghanistan, in Iraq e poi naturalmente
a Guantanamo, e in altri luoghi ancora, nei quali la Cia era responsabile per il trattamento
dei detenuti.
D. - Viene, comunque, istituito un
gruppo speciale, un gruppo ad hoc per gli interrogatori, con il divieto assoluto tuttavia
di utilizzare qualsiasi forma di violenza...
R. -
Questa è una cosa importante. Non è una rivoluzione, visto che si tratta finalmente
dell’applicazione delle norme del diritto internazionale in materia di trattamento
dei detenuti. E’ anche importante sottolineare quanto la Cia ne resterà fuori e quanto
l’Fbi sarà coinvolto. Questi due servizi, questi due organi dello Stato, sono stati
più volte in conflitto, specialmente nella gestione del centro di detenzione di Guantanamo,
sui metodi da applicare. Quindi, anche in questo caso è una cosa importante. Quello
che va fatto, oltre a gestire meglio il presente e il futuro, è fare luce sul passato.
Questo è ancora ciò che parzialmente manca, perché via via che il presidente Obama
prende decisioni, e le prende evidentemente sulla base di informazioni che ha, è necessario
che ci sia una piena assunzione di responsabilità per le torture, i maltrattamenti,
le detenzioni arbitrarie, che hanno segnato quasi due mandati interi del presidente
Bush.
D. - La strada imboccata da Obama indica che
prima o poi si potrebbe giungere a qualche forma di incriminazione e a istituire dei
processi per i quadri dell’intelligence americana...
R.
- Il presidente Obama ha più volte detto di voler guardare avanti, modificando ciò
che non andava del passato. Le vittime, però, della violazione dei diritti umani sono
obbligate a guardare indietro e Amnesty con loro, fino a quando non ci sarà giustizia
e dunque inchieste e accertamento delle eventuali responsabilità e sanzioni.