Medio Oriente, Netanyahu in visita in Inghilterra e Germania
È cominciato il tour diplomatico europeo del premier israeliano, Benjamin Netanyahu,
che sarà in Inghilterra e Germania. Il capo dell’esecutivo israeliano è giunto a Londra
per una serie d'incontri destinati a trovare appoggi internazionali per riavviare
il processo di pace mediorientale. La visita londinese prevede almeno due momenti
chiave: l’incontro con il primo ministro britannico, Gordon Brown e il faccia a faccia
con George Mitchell, emissario del presidente americano, Barack Obama, per il Medio
Oriente. Intanto, in casa palestinese da Ramallah il premier Fayadd parla di Stato
indipendente entro il 2011, mentre oggi in Egitto riprendono i colloqui di riconciliazione
tra Fatah e Hamas. Sugli scopi del viaggio di Netanyahu in Inghilterra e Germania,
Giancarlo La Vella ha raccolto il commento Camille Eid, esperto di Medio
Oriente del quotidiano “Avvenire”:
R. – Il primo
ministro israeliano conta sull’appoggio europeo per le sue proposte enunciate il 3
agosto scorso, quando ha gettato le basi di una futura pace con i palestinesi. Egli
ha proposto cinque punti ed ha concluso con le preoccupazioni per la minaccia nucleare
iraniana. Netanyahu conta, quindi, sull’appoggio della Gran Bretagna, che è membro
permanente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, ad un mese dalla sua visita al Palazzo
di Vetro. Per quanto riguarda invece la Germania, essa è un partner economico di primaria
importanza per l’Iran e quindi Israele conta sull’appoggio tedesco nell’imporre delle
sanzioni contro Teheran riguardo ovviamente il programma nucleare. Sono quindi obiettivi
diversi, ma conducono verso la ripresa dei negoziati con i palestinesi, che gli osservatori
prevedono come imminenti. D. – Sul fronte palestinese si cerca
di recuperare l’unità persa tra Hamas e Fatah… R. – Parlare
di un governo di unità tra Hamas, a Gaza, e Fatah, in Cisgiordania, è ovviamente ancora
prematuro, nonostante gli sforzi della mediazione egiziana. Questo danneggerà sicuramente
la posizione palestinese, perché, se è vero che alla fine di settembre, in occasione
della visita di Netanyahu e Abu Mazen alle Nazioni Unite, ci sarà un incontro con
Obama. Presumo che quell’incontro proporrà con urgenza questa ripresa. Il tempo stringe,
ma, secondo me, non ci sono le premesse per prevedere una cosa del genere.