India: incontri di preghiera per le vittime delle violenze anticristiane in Orissa
In alcuni Stati dell’India – riferisce l’Osservatore Romano - si prega per commemorare
i cristiani uccisi dai fondamentalisti indù ad Orissa nell’agosto del 2008. Ad un
anno dall’ondata delle violenze, causate dall'uccisione di un leader religioso indù,
lo Swami Lakhmananda Saraswati da parte di gruppi estremisti, ieri ed oggi si sono
svolti incontri interreligiosi per lottare contro l’odio e la violenza. Uniti nella
preghiera contro la civiltà della distruzione e della morte per lanciare un messaggio
di pace e di dialogo, elementi imprescindibili per ristabilire l’armonia e il civile
confronto in un grande Paese multireligioso e multiculturale come l’India. L’arcivescovo
di Cuttack- Bhubaneswar, mons. Raphael Cheenath, ha ricordato che “nella stessa Orissa,
come in altri Stati dell’India gli episodi di violenza contro le comunità cristiane
vengono tutt’ora perpetrati”. “Molti rifugiati – ha spiegato il presule - non rientrano
nelle loro dimore per paura di essere di nuovo oggetto di attacchi e di possibili
minacce. Molti dei criminali oppongono una strenua resistenza alla ricostruzione delle
chiese e delle abitazioni”. “Inoltre – ha precisato mons. Cheenath - la soluzione
del fenomeno è stata rallentata dalla mancanza di una decisa azione dell’amministrazione
pubblica locale, anche se dei risultati, seppur minimi, si sono raggiunti”. (G.C.)