Da domani a Barletta la Settimana Liturgica Nazionale sul tema: "Celebrare la misericordia"
Saranno cinque giornate di riflessione sul valore della penitenza e sulla riconciliazione
con Dio. Fedeli, sacerdoti e operatori provenienti da tutta Italia si riuniranno da
domani per la sessantesima edizione della Settimana Liturgica Nazionale. Sarà l’Arcidiocesi
di Trani-Barletta-Bisceglie e Nazareth, in Puglia, ad ospitare l’appuntamento religioso
che terminerà venerdì 28 agosto. Mariella Pugliesi ha intervistato mons.
Felice Di Molfetta, vescovo di Cerignola - Ascoli Satriano e presidente del Centro
di Azione Liturgica:
R. – La Settimana
liturgica, nella piena fedeltà alla sua tradizione e al magistero dei sommi pontefici,
intende davvero riscoprire la realtà di questo dono pasquale, qual è il dono della
penitenza o della riconciliazione. In tal senso, proprio perché l’uomo d’oggi ha particolarmente
bisogno di riscoprire questa tenerezza di Dio in questo tempo. Noi, come dice il Papa,
dovremmo riscoprire la priorità pastorale di una formazione della coscienza. Credo
che l’Anno Sacerdotale dovrebbe essere un forte richiamo a noi presbiteri come padri
che rivelano attraverso questo sacramento la tenerezza e l’amore di Dio senza misura.
D.
– Quali sono le sfide di oggi per un sacerdote?
R.
– Le sfide sono di avvertire quello che il Santo Padre non poche volte denunzia: l’atteggiamento
del relativismo etico, l’atteggiamento dell’indifferentismo. In tal senso la sfida
di ogni sacerdote chiamato a proclamare il Vangelo della misericordia è sempre incombente,
perché di fronte a quella vanità che dovrebbe essere lontana da Dio, il sacerdote
può avvertire anch’egli uno scoramento, un disagio, un segno di sconfitta. All’interno
dell’economia della salvezza non è il peccato a dover essere detto come ultima parola
ma è la vita che il Risorto ci offre. Credo che noi ministri della misericordia dovremmo
puntare non sulla nostra debolezza, la nostra miseria, i nostri disagi, le nostre
difficoltà pastorali, bensì sulla certezza che è fiducia indefettibile, incrollabile
nei confronti di questo Dio che è sempre presente, sempre all’opera per la nostra
salvezza.
D. – Quali sono le sue aspettative per
queste giornate di preghiera e confronto?
R. – Sono
quelle – e non possono non esserlo – in perfetta linea e consonanza, proprio secondo
quello che il Santo Padre ci ha detto, proprio nell’intervento fatto alla Penitenzieria
Apostolica. Come tutti i sacramenti anche quello della penitenza richiede una catechesi
previa, una catechesi mistagogica, e quindi un risvegliare la coscienza in tutti i
credenti sulla realtà del peccato ma soprattutto su questo bagno all’interno del lavacro
misericordioso del nostro Dio. Il sacramento è opera di Dio, è opera del Cristo Signore
Risorto che ci fa celebrare attraverso l’evento sacramentale la sua stessa Pasqua.