India: giornata della pace ad un anno dalle violenze anticristiane. Mons. Machado:
la persecuzione non cancellerà la fede
In India è trascorso un anno dalle violenze anti-cristiane compiute da estremisti
indù e costate la vita ad oltre 120 persone. La comunità cristiana del Paese si prepara
con veglie e incontri di preghiera a celebrare, domani, il “Giorno della pace e dell’armonia”.
La Giornata, indetta dalla Conferenza episcopale indiana, sarà anche l’occasione per
rinnovare l’impegno dei cristiani per la pace. E' quanto sottolinea, al microfono
di Amedeo Lomonaco, il vescovo di Nashik, mons. Felix Anthony
Machado:
R. – Domani,
con questa giornata, vogliamo anche dare questo segnale alla gente: costruire la pace
vuol dire promuovere un clima d’armonia nel Paese. I cristiani, come sempre, saranno
i primi ad impegnarsi per questo.
D. – Quali ostacoli
intralciano ancora il cammino verso la pace?
R. –
La situazione non si è del tutto normalizzata. Rimane ancora la paura a causa di
quello che è successo: è stato un ‘colpo’ veramente violento per la gente. La nostra
esperienza in quest’anno ci mostra che ci sono stati comunque dei miglioramenti: oggi
molte persone sono tornate nelle loro case. L’esito delle recenti elezioni è stato
positivo. Anche in Orissa il Partito induista è rimasto isolato. Con questo governo
nessuna religione è favorita e nessuna è discriminata rispetto alle altre. La nostra
forza è sempre il Vangelo di Gesù, la presenza della Chiesa, il Corpo di Cristo. Per
questo la Chiesa indiana ha lanciato questo appello.
D.
– La fede e la croce di Cristo sono la vera forza dei cristiani, soprattutto in Paesi
segnati da povertà e violenza. In India quali frutti porta ogni giorno questa forza?
R.
– In questo momento mi trovo in una casa gestita dalle suore di Madre Teresa. Intorno
a me ci sono persone emarginate, abbandonate e dimenticate dalla società. I sorrisi
e la gioia delle sorelle di Madre Teresa rappresentano il grande dono che stiamo dando
come Chiesa. E’ un servizio che facciamo per questa gente con grande gioia perché
non c’è amore senza sofferenza. Solo una persona che ama incontra la sofferenza. Questo
è il mistero della Croce di Gesù: la Chiesa è piena d’amore e quindi soffrirà sempre.
D.
– E’ possibile, con la persecuzione, cancellare le tracce del cristianesimo?
R.
– Questo non è mai successo. Molti hanno provato a cancellare, con la persecuzione,
il cristianesimo, ma questo si è rivelato impossibile perché il sangue dei martiri
è sempre il seme di nuova fede.