2009-08-21 15:09:39

Mons. Cheenath: in Orissa la nostra forza è la Croce di Cristo


Il 23 agosto ricorre il primo anniversario delle violenze contro i cristiani dell'Orissa. Dopo la morte del capo spirituale dei nazionalisti indù Swami Laxamananda Saraswati, ucciso da gruppi maoisti, la comunità cristiana è stata sconvolta da una drammatica serie di attacchi. Mons. Raphael Cheenath, arcivescovo di Cuttack-Bhubaneshwar, ripercorre l’anno trascorso sottolineando i costanti sforzi della Chiesa locale: “Vogliono cancellare ogni traccia del cristianesimo dall’Orissa - afferma in una intervista ad AsiaNews - ma la nostra missione continua”. Nell’angoscia “mi ha dato conforto la fede e la determinazione delle persone a rimanere cristiani”. Dopo un anno, molte persone vivono ancora nei campi profughi e sono ancora di più quelle che hanno trovato rifugio nelle città e negli Stati vicini. “C’è stato anche un lungo letargo dell’amministrazione pubblica – fa notare mons. Raphael Cheenath - ma posso comunque dire che ci sono stati dei progressi”. “I nostri religiosi – spiega il presule - sono stati l’obiettivo principale dei fondamentalisti”. “La nostra vocazione al sacerdozio, soprattutto in questo anno che il Papa ha voluto dedicare ai sacerdoti, ci invita a consumare tutti noi stessi nel servire il popolo di Dio”. “I fondamentalisti – conclude mons. Cheenath - non si arrenderanno mai e continueranno a perseverare nel loro intento. Ma le persecuzioni non ci fermeranno. La Croce di Cristo è la nostra forza, la nostra speranza, la nostra gioia”. Per domenica prossima la Chiesa ha indetto in Orissa il “Giorno della pace e dell’armonia” perché episodi drammatici come l’uccisione di Swami Laxmananada Saraswati e le violenze anti-cristiane non si ripetano. (A.L.)







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