Mons. Warduni: i mercanti di armi dietro l'inferno a Baghdad
Ennesimo attentato a Baghdad dopo la strage dell'altro ieri costata la vita a 95 persone
e che ha fatto oltre 400 feriti. Due persone sono morte e altre otto sono in gravi
condizioni per l'esplosione di una bicicletta-bomba nel centro della capitale irachena.
Per la serie di attentati di ieri che ha colpito palazzi governativi nella cosiddetta
“zona Verde”, è giunta unanime la condanna da parte della comunità internazionale.
Nell’intervista di Fausta Speranza ci parla della disperazione della gente
mons. Shlemon Warduni, vescovo ausiliare del Patriarcato di Babilonia dei Caldei:
R. – Forse
l’inferno vuol cambiare posto e venire in terra, perché è la gente che fa l’inferno.
Non sappiamo cosa dire. Noi restiamo a bocca aperta, rivolti verso il cielo. La gente
è attonita per l’orrore di tutti questi atti. D. – C’è la sensazione
di essere tornati in guerra… R. – E’ così, perché ci sono stati
sei bombardamenti, sei autobombe e missili in un giorno, tanto che sono morte decine
di persone e ne sono rimaste ferite più di 400 o 500. Quanta distruzione! Quante macchine
esplose … Come vive la gente? Chi voleva andare a lavorare non va più, perché ha paura.
Per chi vuole andare a scuola sarà difficile, così come per chi vuole andare in chiesa.
Bisognerà pensarci cinque volte, prima di fare un passo, prima di fare qualcosa. D.
– Purtroppo certe violenze seminano sempre morte e terrore. E’ quello l’obiettivo
principale… R. – Purtroppo, l’odio semina questo. Questo è il
risultato dell’odio. E noi che siamo al di fuori di tutto questo e non ne conosciamo
le cause, diciamo che accade per nulla. Tanti innocenti… tutti gli innocenti se ne
vanno così, per niente. Quanti bambini poveri, quante donne, quanti giovani, che vogliono
costruire il loro futuro, ma come possono costruirlo? C’è una grande tristezza in
tutto il popolo. D. – Mons. Warduni, questa violenza è cieca
e distruttiva in ogni direzione, però in particolare c’è anche una persecuzione delle
minoranze, anche dei cristiani. Tutto ciò procede in parallelo? Si è riacutizzata
anche questo tipo di violenza? R. – Guardi, si trova di tutto
qui. Alcune settimane fa c’era la questione di queste minoranze sia a Mosul, sia a
Baghdad, sia al nord, ma adesso è cambiata la direzione: in mezzo a Baghdad, nei ministeri,
vicino al Parlamento. Chi fa questi attentati fa le cose in maniera studiata e organizzata.
Poi se una persona rimane coinvolta in qualche modo perde la vita. D.
– Mons. Warduni, in tutto ciò, come avere fiducia nelle autorità, nella polizia? R.
– Quale fiducia nei responsabili, quando c’è il terrorismo che cammina per le strade!
Quale fiducia nel mondo! Ed io parlo di tutto il mondo. Cosa stanno facendo, per proibire
questi atti terroristici? Le nazioni che fabbricano le armi cosa stanno facendo per
la pace? Non ci sono loro dietro a tutti questi atti terroristici? Perché le armi
da dove vengono? Queste autobombe da dove vengono? C’è qualcuno che le fabbrica e
le vende.