In Iran il presidente Ahmadinejad ha reso nota oggi la lista dei ministri del suo
governo. L’esecutivo è composto da 21 dicasteri 3 dei quali assegnati, per la prima
volta nella storia della repubblica islamica, a ministri donne. Per un primo commento
su quale potrà essere la linea politica del governo di Ahmadinejad, Stefano Leszczynski
ha raccolto il commento della rappresentante del comitato delle donne iraniane in
Italia:
R. – Penso
che in questo momento di grave crisi del governo iraniano, quello che ha fatto Ahmadinejad
è un’operazione puramente di estetica. Intendo dire che il governo per potersi legittimare
fondamentalmente agli occhi dell’Occidente, all’estero, ha bisogno di giocarsi questa
carta. In un regime dove i ministri non possono far altro che seguire la Guida Suprema,
che siano donne o uomini non cambia nulla.
D. – Possiamo
definirla un’operazione di propaganda, tuttavia potrebbe avere dei risvolti positivi?
R.
– Io vedrei l’altra faccia della medaglia, nel senso che in qualche modo rispondono
a una cosa importante. Le donne venivano picchiate per un ciuffo di capelli fuori
posto, oggi le donne in Iran sono in prima fila, non possono più essere ignorate e
questo perché il ruolo delle donne viene riconosciuto oggi sempre di più.
D.
– Potete dire di avere una speranza per quanto riguarda il futuro dell’Iran?
R.
– Sono convinta che viviamo un momento storico. Le cose stanno cambiando perché cambiano
in tante dimensioni, perché i protagonisti non sono i vecchi che avevano iniziato
il percorso 30 anni fa, sono gli stessi ragazzi che sono stati educati dal regime
iraniano che si stanno ribellando a quello che sta succedendo e sono coraggiosissimi.
Abbiamo sentito delle ragazze iraniane a cui qualcuno che era molto in vista addirittura
diceva: "Se volete cercate di uscire dall’Iran per mettervi in salvo". E loro rispondevano
di essere disposte a morire in milioni per dare la possibilità agli altri di vivere
in pace finalmente in un Iran libero e democratico.
Somalia Almeno
21 persone, per lo più combattenti, sono state uccise nella città di Bulowarde, nel
centro della Somalia, dove le forze filo-governative hanno attaccato con armi pesanti
per riprendere la località in mano agli estremisti islamici di Al Shebaab. Nel centro
del Paese è in corso un’offensiva delle milizie vicine al debole governo di transizione,
che ha portato alla riconquista di diversi centri abitati.
Niger Il
presidente del Niger, Mamadou Tandja, ha ieri riconfermato il governo che, secondo
la nuova Costituzione, entrata in vigore dopo la consultazione referendaria, era stato
costretto alle dimissioni. Forti le critiche nei confronti del capo dello Stato che,
con l’approvazione della nuova Carta, vede accrescere notevolmente i suoi poteri.
Sempre ieri la radio di Stato ha annunciato la data delle elezioni legislative fissate
per il prossimo 20 ottobre.
Congo: profughi ruandesi rimpatriano dal Nord
Kivu Dall’inizio dell’anno oltre 11mila ruandesi, tra ex combattenti e civili,
sono rientrati nei luoghi di origine dal Nord Kivu, nella Repubblica Democratica del
Congo. Gli ex combattenti si sono avvalsi del programma della Monuc di rimpatrio e
di reinserimento nella vita sociale dei militari e i civili sono stati rimpatriati
dall'Alto Commissariato per i Rifugiati. I rimpatri sottolineano i progressi del programma
di pacificazione e stabilizzazione del Nord Kivu.
Nuova tragedia del mare
nel Mediterraneo Un gommone con cinque migranti a bordo, tra cui una donna
in precarie condizioni di salute, è stato soccorso da una motovedetta della Guardia
di Finanza a circa 12 miglia a Sud di Lampedusa, al limite delle acque territoriali.
I cinque sarebbero eritrei e avrebbero detto di essere partiti dalle coste africane
in 80 e che 75 persone sarebbero morte durante la traversata. Gli extracomunitari
sono stati portati alla guardia medica di Lampedusa in precarie condizioni fisiche.
Secondo il loro racconto sarebbero stati in mare una ventina di giorni.
Russia:
incidente nella centrale idroelettrica La Russia ancora sotto schock per il
disastro avvenuto lunedì scorso nella centrale idroelettrica di Sayano-Shushenskaya,
in Siberia. E mentre si celebrano i primi funerali delle vittime, sono stati ritrovati
i corpi di altri tre operai. All’appello mancano ancora 58 lavoratori per i quali
ormai si è persa ogni possibilità di ritrovarli in vita. Il servizio di Marco Guerra:
Con il ritrovamento
di altri tre corpi è salito a 17 il numero delle vittime ufficiali avvenuto tre giorni
fa nella più grande centrale idroelettrica della federazione russa. Sul luogo della
catastrofe circa 2000 soccorritori stanno lavorando incessantemente con la speranza
di trovare operai ancora in vita riparati in qualche cunicolo.
''Il mio compito è quello di non perdere le speranze'', ha dichiarato Sergei
Shoigu, ministro per le Emergenze del Paese, spiegando che il bilancio definitivo
della strage potrà essere più chiaro tra due o tre giorni. Dopo l’incidente
alla centrale, una parte della popolazione locale è stata colta dal panico ed è fuggita
in auto dalla regione della Khakassia, che si trova a circa 4.300 chilometri
a est di Mosca. Chiusi i negozi e lunghe le code alle pompe di benzina. Si
teme inoltre per l’inquinamento delle falde acquifere. 40 tonnellate di prodotti oleosi
stanno galleggiando sul fiume Enisej verso l’Artico, mettendo in serio pericolo la
flora e la fauna.
Russia-Caucaso Mano dura
contro gli insorti islamici nel Caucaso. È quanto ha assicurato il presidente russo
Medvedev dopo l’escalation di violenza soprattutto in Inguscezia. Il leader del Cremlino
ha chiesto alle autorità un maggiore impegno per la stabilizzazione della regione.
Intanto, ieri tre presunti guerriglieri sono stati uccisi in uno scontro armato con
la polizia in Daghestan.
Pakistan È Maulvi Faqir Mohammad, uno dei
principali capi dei talebani pachistani, il nuovo leader del movimento integralista
Tehreek-e-Taliban Pakistan e successore di Mehsud. Lo ha annunciato lo stesso Maulvi
Faqir precisando che il loro vecchio capo, Mehsud, ritenuto morto dagli americani
e dal governo pachistano, è ancora vivo ma non in grado di assumere il comando del
movimento perché gravemente ammalato.
Arrestato in Libano il capo di un
gruppo terrorista vicino ad Al Qaeda È stato arrestato dai servizi segreti
libanesi il capo di Jund al Sham, un gruppo terrorista vicino ad Al Qaeda sospettato
di essere coinvolto nell'omicidio simultaneo di quattro giudici libanesi avvenuto
nel 1999. Si tratta di Wissam Tahbish leader palestinese del movimento terrorista
che da anni è attivo nei campi profughi a sud di Beirut, in Libano.
Birmania È
rientrato oggi a Chicago da Bangkok il mormone americano John Yettaw, autore dell'intrusione
nella villa di Rangoon dove risiedeva agli arresti domiciliari la dissidente birmana
Aung San Suu Kyi. La sua azione è costata un supplemento di pena per il Nobel per
la pace Suu Kyi, condannata ad altri 18 mesi di domiciliari dopo avervi trascorso
già 13 degli ultimi 18 anni. Tuttavia, l'uomo ha detto di non avere rimorsi per quello
che ha fatto.
Cina: bambini avvelenati da gas sprigionati da una fonderia Più
di 1.300 bambini che vivono nei pressi di una fabbrica per la trasformazione e la
lavorazione del manganese a Wenping, nella Cina centrale, sono stati avvelenati dal
piombo sprigionato dall’impianto. Le autorità locali hanno ordinato la chiusura della
fonderia e l’arresto di due dei suoi dirigenti. Si tratta del secondo episodio di
inquinamento in una settimana che vede sotto accusa le fonderie cinesi.
Turismo
e riunificazioni familiari tra le due Coree La Corea del Nord abolirà i divieti
imposti al traffico transfrontaliero con la Corea del Sud a partire da domani, 21
agosto. Già nei giorni scorsi il governo nordcoreano aveva annunciato di voler riaprire
il confine tra i due Paesi permettendo nuovamente il turismo e le riunificazioni delle
famiglie rimaste separate dopo la guerra di Corea degli anni '50.
Colombia
Via libera del Senato della Colombia al referendum sulla Costituzione che
permetterà al presidente Uribe di allungare il suo mandato. È atteso per la prossima
settimana il sì della Camera. Uribe, principale alleato sudamericano di Washington
nella lotta al narcotraffico, non ha mai dichiarato pubblicamente l'intenzione di
ricandidarsi, ma il suo governo fa forti pressioni per l'approvazione del referendum.
Scarcerato
l'attentatore libico di Lockerbie E' stato rilasciato oggi per ragioni umanitarie
Abdelbaset Ali al-Megrahi, il libico condannato all'ergastolo per l'attentato di Lockerbie
del 1988. Nelle ultime settimane il governo degli Stati Uniti e l'associazione americana
delle vittime dell'attentato avevano fatto pressioni sul ministro della Giustizia
scozzese MacAskill per convincerlo a non rilasciare l’uomo giudicato responsabile
dell'esplosione del volo Pan Am sui cieli della Scozia che causò la morte di 270 persone.
Al-Megrahi ha trascorso solo otto anni in prigione dopo la condanna nel 2001 e adesso
è malato terminale di cancro alla prostata. (Panoramica internazionale a cura di
Marco Guerra e Mariella Pugliesi) Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 232
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del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.org/italiano.