Città del mondo: Oslo la più cara, Mumbai la più economica
Oslo, Copenaghen, Zurigo, Tokyo e New York sono le città più care del mondo. È quanto
emerge dallo studio “Prezzi e salari” 2009 redatto dall’Unione delle Banche Svizzere
(Ubs). La ricerca mette a confronto 73 metropoli del pianeta in relazione a un paniere
standardizzato composto da 122 beni e servizi. Roma si piazza al 17.mo posto mentre
Londra, la più cara fino al 2006, è scesa al 20.mo posto a causa della svalutazione
della sterlina. Le città dell’Europa dell’Est si collocano tutte nella metà inferiore
della classifica a causa dell’inflazione che ha cancellato alcuni consistenti aumenti
di salario. Per la brusca diminuzione del valore relativo del dollaro le città degli
Stati Uniti sono finite negli ultimi posti della classifica dei prezzi. Hong Kong
risulta al momento più economica del 18% rispetto a Barcellona, dove l’inflazione
e l’euro forte hanno fatto lievitare i prezzi. Shanghai e Pechino restano invece economiche
nonostante il boom della Cina e l’inflazione in aumento. Se si prendono in considerazione
anche gli affitti, la città più cara è New York, seguita da Oslo, Ginevra e Tokyo.
In fondo alla classifica delle 73 città prese in esame ci sono, Kuala Lumpur, Manila,
Delhi e Mumbai. Lo studio prende anche in considerazione la durata degli orari di
lavoro. Al primo posto c’è il Cairo con 2373 ore all’anno, seguita da Seul con 2312
ore. Le città dove si resta meno sul posto di lavoro sono francesi: Lione (1582 ore)
e Parigi (1594 ore). A Roma un dipendente lavora in media 1771 ore all’anno. Tokyo
è la città più cara al mondo per un pasto al ristorante con un costo medio di 67 euro.
Per meno di 15 euro è invece possibile mangiare a Delhi, Johannesburg, Kuala Lumpur
e Manila. Il rapporto offre anche comparazioni relative a beni specifici: per un milanese
e un romano, gustarsi un Big Mac, ad esempio, costa in media 27 minuti di lavoro.
Per chi vive a Parigi, Londra e Los Angeles il potere d’acquisto dei salari richiede
13 minuti di lavoro. A Chicago ne bastano 12. (A cura di Amedeo Lomonaco)