2009-08-20 14:49:19

Afghani alle urne contro le minacce dei talebani


Urne chiuse dopo un'ora di prororoga in Afghanistan, dove oggi si è votato per l’elezione del presidente e per il rinnovo di 34 consigli provinciali. La consultazione si è svolta in un clima di forte tensione per le minacce dei talebani ai cittadini che sarebbero andati a votare, ma fortunatamente la giornata alle urne è stata abbastanza regolare, anche se gli attacchi non sono mancati. Altalenante l’affluenza ai seggi. Sullo svolgimento del voto sentiamo da Kabul, Barbara Schiavulli:RealAudioMP3

E’ finita la giornata elettorale degli afghani, ormai i seggi sono chiusi. Per il momento le elezioni sono andate meglio di quanto ci si potesse aspettare: più che altro sparatorie, qualche agguato eppure questa mattina la gente si è recata alle urne, con una discreta affluenza che è divenuta bassissima all’ora di pranzo per poi risalire prima della chiusura. “Non ho paura, abbiamo passato di peggio e sono qui a votare perché odio i talebani” ci ha detto una donna, madre di tre figli, mostrando l’indice macchiato d’inchiostro, segno che aveva già votato. Nella deserta Kabul, presidiata dalla polizia, i controlli delle poche macchine che hanno girato sono stati a tappeto. Nel resto Paese la maggiorparte dei seggi ha aperto – alcuni in ritardo -. Nel sud si registra un’affluenza non molto alta - come d’altra parte era previsto -, mentre migliora nel nord e nell’ovest. Qualche incidente è avvenuto proprio nel sud, dove sono stati bloccati un paio di kamikaze ed uno anche a Kabul, dove c’è stato uno scontro a fuoco con la polizia che ha ucciso due militanti. Detonati diversi ordigni, almeno sette nella capitale, dove la sicurezza è sembrata reggere. Karzai ha votato, come anche gli altri candidati che sperano di togliere abbastanza voti al presidente da costringerlo al secondo turno qualora non raggiungesse il 51 per cento dei voti. In ogni caso i risultati ufficiali non verranno rilasciati prima del 17 settembre, dopo che la commissione che si occupa delle denunce non avrà valutato ogni possibilità di broglio.

 
Secondo le prime analisi a caratterizzare il voto afghano non sarebbe stata solo la paura di attentati. Luca Collodi ne ha parlato con padre Giuseppe Moretti, responsabile della comunità cattolica internazionale in Afghanistan:RealAudioMP3

R. – Il popolo afghano è un popolo fiero e intelligente. E’ consapevole di questi enormi aiuti che sono arrivati dall’estero. Si chiede dove siano finiti questi aiuti. In secondo luogo, la maggior parte della popolazione è ancora senza acqua corrente, senza elettricità, bassi salari, disoccupazione, insomma tutto quello che può essere un substrato per una scontentezza reale, concreta. Quindi, c’è anche questo aspetto: c’è la scontentezza, il non aver visto realizzate tante promesse che erano state fatte.

 
D. – Il terrorismo islamico fa presa sulla popolazione civile?

 
R. – Gli afghani non hanno nostalgia dei talebani. A qualcuno, ovviamente, di fronte a questa escalation, per esempio, della microcriminalità di fronte all’insidia dei kamikaze, di fronte ad un aumento del costo della vita, è chiaro che viene la tentazione di dire: si stava meglio, quando si stava peggio. Però non è un’affermazione di convinzione, è una reazione istintiva nei confronti di chi vorrebbe avere un po’ di tranquillità, un po’ più di benessere. Quindi, non credo che la popolazione – salvo alcuni fanatici – desiderino il ritorno dei talebani, a meno che il talebano significhi un’identità nazionale afgana, islamica, idealizzata al massimo.







All the contents on this site are copyrighted ©.