Non c’è pace nel martoriato Iraq. Questa mattina una catena di attentati in rapida
successione ha scosso Baghdad con decine di morti e centinaia di feriti. Nel mirino
dei terroristi obiettivi governativi. Preoccupa la nuova impennata di violenze che
coincide con il ritiro delle truppe americane dalle città del Paese. Il servizio di
Marco Guerra:
Camion-bomba,
ordigni e colpi di mortaio hanno fatto ripiombare Baghdad in una delle giornate più
sanguinose da diversi mesi a questa parte. Il bilancio, ancora provvisorio, delle
vittime è pesantissimo: almeno 75 morti e 400 feriti. Gli attacchi più devastanti
sono stati quelli contro il ministero delle Finanze e quello degli Esteri. Nel primo
caso l'esplosione è stata così forte da provocare il crollo di un viadotto che costeggia
l'edificio, uccidendo 25 persone e ferendone 75. Almeno un colpo di mortaio è poi
caduto sulla zona verde, dove hanno sede il parlamento e il governo iracheno, nonché
numerose ambasciate di Paesi occidentali, compresa quella degli Stati Uniti. E ancora,
esplosioni sono state registrate in almeno altri sette quartieri della capitale, dove
ancora non è chiaro se si sia trattato di ordigni o colpi di mortaio. Fino ad ora
non ci sono state rivendicazioni, ma le autorità irachene attribuiscono la responsabilità
degli attentati alla ''alleanza'' tra al Qaeda e nostalgici del disciolto partito
Baath, del regime di Saddam Hussein. Di sicuro c’è solo che si tratta dell’attacco
più grave dopo la ritirata delle truppe statunitensi dalle città del Paese. Una decisione
che, nonostante l’approvazione della comunità internazionale della popolazione irachena,
ha determinato un peggioramento delle condizioni di sicurezza. E proprio ieri il presidente
Obama, parlando ad una convention di veterani, aveva previsto l’aumento di quella
che ha definito “un’insensata violenza”, promettendo però che gli Usa saranno
in grado di rispettare le scadenze del ritiro definitivo fissato per il 2011.
Iran Il
presidente iraniano Ahmadinejad ha rinviato a domani la presentazione del nuovo governo.
Secondo quanto riferisce l'agenzia iraniana Ilna. Il nuovo esecutivo, che Ahmadinejad
annuncerà con un messaggio televisivo, inizialmente previsto per questa sera, dovrà
ricevere la fiducia del Parlamento. Il dibattito in aula è previsto a partire dal
23 agosto. Della squadra di governo dovrebbero far parte, per la prima volta nella
storia della Repubblica islamica, tre donne e molti giovani, come annunciato dallo
stesso Ahmadinejad domenica scorsa.
Colloqui Peres-Medvedev su Medio
Oriente e Iran Il presidente israeliano Shimon Peres ha incontrato ieri a Sochi,
sul Mar Nero, il leader del Cremlino, Dmitri Medvedev. Cooperazione bilaterale, processo
di pace in Medio Oriente e soprattutto il programma nucleare iraniano, sono i temi
principali affrontati nel colloquio. In particolare il presidente russo ha detto che
la Russia è disposta a rivedere l’annunciata vendita a Teheran di missili terra-aria
S-300 per la difesa delle installazioni atomiche iraniane. Dalla sua, Peres ha dichiarato
che l’Iran continua a rappresentare una minaccia per Israele e per tutta la comunità
internazionale. Sull’esito dell’incontro, Giancarlo La Vella ha raccolto l’analisi
di Alberto Negri, inviato speciale del Sole 24 Ore:
R. - La Repubblica
islamica ormai è diventata uno dei problemi della comunità internazionale e Mosca
naturalmente è sensibile a tutto questo, perché sappiamo che la Russia è coinvolta
direttamente, per esempio, nel nucleare civile iraniano: ci sono oltre 3000 tecnici
nella centrale nucleare di Boucher ed è grazie a loro che è stata riavviata questa
centrale. Quando la centrale comincerà a produrre effettivamente energia atomica non
lo sapremo, ma anche la chiave di questo è nelle mani dei russi. Credo che allo stesso
tempo Mosca, però, pur mantenendo un rapporto privilegiato con l’Iran non voglia irritare
troppo né gli Stati Uniti, né gli altri partner della comunità internazionale. Quindi,
credo che questo sia l’interpretazione del significato dell’incontro tra Peres e Medvedev.
D.
– Teheran come potrà sfruttare questa situazione?
R.
– Teheran credo che cerchi di sfruttarla cercando di giocare con i vari partner che
ha a disposizione. Soprattutto l’Iran, ma non da oggi, ha forti aperture nei confronti
dell’est asiatico: i rapporti con Pechino sono molto stretti e anche i rapporti con
la Corea. Insomma, alla finestra occidentale tradizionale, l’Iran ha già contrapposto
in questi anni quella orientale.
Russia: incidente
ad una centrale idroelettrica Si aggrava il bilancio dell'incidente che l’altro
ieri ha messo fuori uso la più grande centrale idroelettrica russa, quella di Sayano-Shushenskaya,
in Siberia. Un altro corpo è stato scoperto stamani tra le macerie della centrale.
Sale così a 13 il numero delle vittime. 63 invece i dispersi, per i quali sono ormai
quasi nulle le speranze di ritrovarli in vita. Nel frattempo, proseguono le ricerche
sul luogo della catastrofe.
Incontro Obama - Mubarak su Medio
Oriente La pace tra israeliani e palestinesi passa dall'Egitto, ne è convinto
il presidente statunitense Barack Obama che ieri ha incontrato per la terza volta
dall’inizio del suo mandato il presidente egiziano, Hosni Mubarak. Subito dopo l'incontro,
l'Egitto ha annunciato che gli Stati Uniti intendono presentare entro settembre un
nuovo piano di pace. Il servizio di Elena Molinari:
Per uscire
dallo stallo in Medio Oriente occorre passare alla fase finale dei negoziati, avere
il coraggio insomma di parlare di confini definitivi fra Israele e Palestina. La proposta
è stata presentata ieri dal presidente egiziano Mubarak a Barack Obama e il presidente
americano da parte sua ha annunciato di apprestarsi a presentare il proprio atteso
piano di pace a settembre: lo farà all’apertura della nuova sessione dell’Assemblea
generale dell’Onu. A comunicarlo è stato un portavoce di Mubarak, mentre Obama pubblicamente
si è limitato a mandare un segnale di distensione a Israele. Lo Stato ebraico, ha
detto, sta facendo movimenti nella giusta direzione sulla questione degli insediamenti.
La mia speranza, ha aggiunto, è di vedere iniziative anche da parte dei palestinesi.
Il presidente Usa ha quindi rinnovato l’invito agli Stati arabi perché facciano la
loro parte per raggiungere un accordo di pace. Un invito che, secondo Mubarak, verrà
accolto, perché a suo dire Obama con il discorso al Cairo di giugno ha rimosso ogni
tipo di dubbio sugli Stati Uniti e il mondo musulmano.
Francia:
arrestati ricercati Eta La polizia francese ha arrestato questa mattina nella
località alpina di Le Corbier, in Savoia, tre fra i più ricercati esponenti dell'Eta,
l'organizzazione separatista basca. Si tratta di Aitzol Etxaburu, ritenuto l'attuale
capo logistico dell'apparato militare del gruppo terroristico, di Alberto Machain
Beraza, accusato di essere coinvolto nei recenti attentati di Maiorca e di Andoni
Sarasola, già condannato per l'attentato contro il Terminal 4 dell'aeroporto di Madrid
che costò la vita a due persone. L’operazione è stata eseguita in collaborazione con
la polizia spagnola.
Olanda Tragedia in Olanda, dove quattro fratellini
di età compresa fra gli uno e gli otto anni, sono morti stanotte a Kampen in un incendio
scoppiato nella loro casa. I bambini, tutti maschi, sono rimasti intrappolati nelle
fiamme, mentre i genitori e 10 sorelle sono riusciti a salvarsi. Un portavoce del
comune, Bertil Van Kolthoorn, ha detto che le cause dell'incidente, avvenuto alle
2:30 di oggi, sono ancora da accertare. Kampen è una cittadina caratterizzata dalla
presenza dei conservatori protestanti, che hanno tradizionalmente famiglie molto numerose.
Malaysia:
in fiamme petroliera Grave incidente nelle acque della Malaysia. Una nave cisterna
con a bordo circa 58 mila tonnellate di nafta è rimasta coinvolta in una collisione
nello Stretto di Malacca, che separa l'isola di Sumatra dalla penisola malese. Nove
marinai sono dispersi.
Corea del Nord La Corea del Sud ha sospeso
le procedure per il lancio del suo primo vettore spaziale. Il rinvio è stato deciso
appena otto minuti prima dell’orario previsto per il lancio, le 17 locali. Il test
avrebbe potuto creare nuove tensioni con la Corea del Nord, che ad aprile aveva sperimentato
un vettore a lungo raggio. Non è escluso che la sospensione serva a non scoraggiare
i segnali di disgelo arrivati da Pyongyang negli ultimi giorni. (Panoramica
internazionale a cura di Marco Guerra) Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 231
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del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.org/italiano.