2009-08-19 15:15:02

Raffica di attentati in Iraq: oltre 70 morti


Non c’è pace nel martoriato Iraq. Questa mattina una catena di attentati in rapida successione ha scosso Baghdad con decine di morti e centinaia di feriti. Nel mirino dei terroristi obiettivi governativi. Preoccupa la nuova impennata di violenze che coincide con il ritiro delle truppe americane dalle città del Paese. Il servizio di Marco Guerra:RealAudioMP3

Camion-bomba, ordigni e colpi di mortaio hanno fatto ripiombare Baghdad in una delle giornate più sanguinose da diversi mesi a questa parte. Il bilancio, ancora provvisorio, delle vittime è pesantissimo: almeno 75 morti e 400 feriti. Gli attacchi più devastanti sono stati quelli contro il ministero delle Finanze e quello degli Esteri. Nel primo caso l'esplosione è stata così forte da provocare il crollo di un viadotto che costeggia l'edificio, uccidendo 25 persone e ferendone 75. Almeno un colpo di mortaio è poi caduto sulla zona verde, dove hanno sede il parlamento e il governo iracheno, nonché numerose ambasciate di Paesi occidentali, compresa quella degli Stati Uniti. E ancora, esplosioni sono state registrate in almeno altri sette quartieri della capitale, dove ancora non è chiaro se si sia trattato di ordigni o colpi di mortaio. Fino ad ora non ci sono state rivendicazioni, ma le autorità irachene attribuiscono la responsabilità degli attentati alla ''alleanza'' tra al Qaeda e nostalgici del disciolto partito Baath, del regime di Saddam Hussein. Di sicuro c’è solo che si tratta dell’attacco più grave dopo la ritirata delle truppe statunitensi dalle città del Paese. Una decisione che, nonostante l’approvazione della comunità internazionale della popolazione irachena, ha determinato un peggioramento delle condizioni di sicurezza. E proprio ieri il presidente Obama, parlando ad una convention di veterani, aveva previsto l’aumento di quella che ha definito “un’insensata violenza”, promettendo però che gli Usa saranno in grado di rispettare le scadenze del ritiro definitivo fissato per il 2011.

 
Iran
Il presidente iraniano Ahmadinejad ha rinviato a domani la presentazione del nuovo governo. Secondo quanto riferisce l'agenzia iraniana Ilna. Il nuovo esecutivo, che Ahmadinejad annuncerà con un messaggio televisivo, inizialmente previsto per questa sera, dovrà ricevere la fiducia del Parlamento. Il dibattito in aula è previsto a partire dal 23 agosto. Della squadra di governo dovrebbero far parte, per la prima volta nella storia della Repubblica islamica, tre donne e molti giovani, come annunciato dallo stesso Ahmadinejad domenica scorsa.

Colloqui Peres-Medvedev su Medio Oriente e Iran
Il presidente israeliano Shimon Peres ha incontrato ieri a Sochi, sul Mar Nero, il leader del Cremlino, Dmitri Medvedev. Cooperazione bilaterale, processo di pace in Medio Oriente e soprattutto il programma nucleare iraniano, sono i temi principali affrontati nel colloquio. In particolare il presidente russo ha detto che la Russia è disposta a rivedere l’annunciata vendita a Teheran di missili terra-aria S-300 per la difesa delle installazioni atomiche iraniane. Dalla sua, Peres ha dichiarato che l’Iran continua a rappresentare una minaccia per Israele e per tutta la comunità internazionale. Sull’esito dell’incontro, Giancarlo La Vella ha raccolto l’analisi di Alberto Negri, inviato speciale del Sole 24 Ore:RealAudioMP3

R. - La Repubblica islamica ormai è diventata uno dei problemi della comunità internazionale e Mosca naturalmente è sensibile a tutto questo, perché sappiamo che la Russia è coinvolta direttamente, per esempio, nel nucleare civile iraniano: ci sono oltre 3000 tecnici nella centrale nucleare di Boucher ed è grazie a loro che è stata riavviata questa centrale. Quando la centrale comincerà a produrre effettivamente energia atomica non lo sapremo, ma anche la chiave di questo è nelle mani dei russi. Credo che allo stesso tempo Mosca, però, pur mantenendo un rapporto privilegiato con l’Iran non voglia irritare troppo né gli Stati Uniti, né gli altri partner della comunità internazionale. Quindi, credo che questo sia l’interpretazione del significato dell’incontro tra Peres e Medvedev.

 
D. – Teheran come potrà sfruttare questa situazione?

 
R. – Teheran credo che cerchi di sfruttarla cercando di giocare con i vari partner che ha a disposizione. Soprattutto l’Iran, ma non da oggi, ha forti aperture nei confronti dell’est asiatico: i rapporti con Pechino sono molto stretti e anche i rapporti con la Corea. Insomma, alla finestra occidentale tradizionale, l’Iran ha già contrapposto in questi anni quella orientale.

 
Russia: incidente ad una centrale idroelettrica
Si aggrava il bilancio dell'incidente che l’altro ieri ha messo fuori uso la più grande centrale idroelettrica russa, quella di Sayano-Shushenskaya, in Siberia. Un altro corpo è stato scoperto stamani tra le macerie della centrale. Sale così a 13 il numero delle vittime. 63 invece i dispersi, per i quali sono ormai quasi nulle le speranze di ritrovarli in vita. Nel frattempo, proseguono le ricerche sul luogo della catastrofe.

Incontro Obama - Mubarak su Medio Oriente
La pace tra israeliani e palestinesi passa dall'Egitto, ne è convinto il presidente statunitense Barack Obama che ieri ha incontrato per la terza volta dall’inizio del suo mandato il presidente egiziano, Hosni Mubarak. Subito dopo l'incontro, l'Egitto ha annunciato che gli Stati Uniti intendono presentare entro settembre un nuovo piano di pace. Il servizio di Elena Molinari:RealAudioMP3

Per uscire dallo stallo in Medio Oriente occorre passare alla fase finale dei negoziati, avere il coraggio insomma di parlare di confini definitivi fra Israele e Palestina. La proposta è stata presentata ieri dal presidente egiziano Mubarak a Barack Obama e il presidente americano da parte sua ha annunciato di apprestarsi a presentare il proprio atteso piano di pace a settembre: lo farà all’apertura della nuova sessione dell’Assemblea generale dell’Onu. A comunicarlo è stato un portavoce di Mubarak, mentre Obama pubblicamente si è limitato a mandare un segnale di distensione a Israele. Lo Stato ebraico, ha detto, sta facendo movimenti nella giusta direzione sulla questione degli insediamenti. La mia speranza, ha aggiunto, è di vedere iniziative anche da parte dei palestinesi. Il presidente Usa ha quindi rinnovato l’invito agli Stati arabi perché facciano la loro parte per raggiungere un accordo di pace. Un invito che, secondo Mubarak, verrà accolto, perché a suo dire Obama con il discorso al Cairo di giugno ha rimosso ogni tipo di dubbio sugli Stati Uniti e il mondo musulmano.

 
Francia: arrestati ricercati Eta
La polizia francese ha arrestato questa mattina nella località alpina di Le Corbier, in Savoia, tre fra i più ricercati esponenti dell'Eta, l'organizzazione separatista basca. Si tratta di Aitzol Etxaburu, ritenuto l'attuale capo logistico dell'apparato militare del gruppo terroristico, di Alberto Machain Beraza, accusato di essere coinvolto nei recenti attentati di Maiorca e di Andoni Sarasola, già condannato per l'attentato contro il Terminal 4 dell'aeroporto di Madrid che costò la vita a due persone. L’operazione è stata eseguita in collaborazione con la polizia spagnola.

Olanda
Tragedia in Olanda, dove quattro fratellini di età compresa fra gli uno e gli otto anni, sono morti stanotte a Kampen in un incendio scoppiato nella loro casa. I bambini, tutti maschi, sono rimasti intrappolati nelle fiamme, mentre i genitori e 10 sorelle sono riusciti a salvarsi. Un portavoce del comune, Bertil Van Kolthoorn, ha detto che le cause dell'incidente, avvenuto alle 2:30 di oggi, sono ancora da accertare. Kampen è una cittadina caratterizzata dalla presenza dei conservatori protestanti, che hanno tradizionalmente famiglie molto numerose.

Malaysia: in fiamme petroliera
Grave incidente nelle acque della Malaysia. Una nave cisterna con a bordo circa 58 mila tonnellate di nafta è rimasta coinvolta in una collisione nello Stretto di Malacca, che separa l'isola di Sumatra dalla penisola malese. Nove marinai sono dispersi.

Corea del Nord
La Corea del Sud ha sospeso le procedure per il lancio del suo primo vettore spaziale. Il rinvio è stato deciso appena otto minuti prima dell’orario previsto per il lancio, le 17 locali. Il test avrebbe potuto creare nuove tensioni con la Corea del Nord, che ad aprile aveva sperimentato un vettore a lungo raggio. Non è escluso che la sospensione serva a non scoraggiare i segnali di disgelo arrivati da Pyongyang negli ultimi giorni. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 231

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