Ancora omicidi e rapimenti mirati contro la comunità cristiana a Kirkuk, nel nord
dell’Iraq. Ieri sera Sabah Daowd Askar, 55 anni, sposato e padre di tre figli, è stato
ucciso davanti alla sua abitazione nel quartiere di Almas. Sempre ieri, in un secondo
episodio, un medico 50enne è stato rapito mentre rincasava. Fonti di AsiaNews in città
parlano di un “clima di paura” e si teme una “nuova fuga di massa” dei cristiani.
Sabah Daowd Askar è stato ucciso perché “ha cercato di impedire un sequestro”. L’uomo,
di fede cristiana, ha visto quattro persone “rapire un bambino musulmano”. Ha provato
a salvarlo, ma “i criminali gli hanno sparato”. Samir Gorgia, 50enne sposato e padre
di due figli è stato rapito verso le 9 di ieri sera, mentre rientrava a piedi nella
sua abitazione. Durante le concitate fasi del sequestro è stato ucciso un passante,
anch’egli di fede cristiana. Sulla comunità cristiana di Kirkuk, vittima in passato
della violenza dei fondamentalisti e dei criminali, regna di nuovo un clima di preoccupazione
e paura per i giorni che verranno. Ma dall’Iraq arrivano anche segnali positivi: l'arcivescovo
di Kirkuk dei Caldei, mons. Louis Sako, dopo la restituzione di tre scuole cattoliche
alla Chiesa caldea confiscate dal regime di Saddam Hussein ha dichiarato: “Il futuro
dell'Iraq deve partire dalla scuola. Formazione ed educazione sono indispensabili
per costruire una nuova società. Il nostro scopo è formare cristiani e musulmani insieme,
sotto lo stesso tetto. Formare la gioventù e favorire la convivenza tra diverse etnie
e religioni sono ingredienti indispensabili per un Iraq pacifico e democratico”. (V.V.)