2009-08-18 15:38:15

Il cardinale Urosa: i giovani venezuelani hanno bisogno dell'insegnamento della religione a scuola


“I giovani hanno bisogno di imparare la religione così come la fisica, le arti e tante altre materie" e "perciò la Chiesa venezuelana cercherà altre strade per offrire l’insegnamento religioso”. Con queste parole, ieri, l’arcivescovo di Caracas, cardinale Jorge Urosa ha risposto alle domande dei giornalisti a poche ore dall’entrata in vigore della legge sulla riforma del sistema educativo che esclude l’insegnamento della religione dai programmi scolastici. “Si tratta di una decisione - ha aggiunto il porporato - che appare discutibile dal punto di vista legale poiché “tale disposizione era prevista in una norma derogata e attualmente è garantita dall’articolo 59 della Carta costituzionale”. Lamentando tutto ciò che è accaduto, dall’approvazione frettolosa della riforma, nonostante le richieste di rinviare la discussione a settembre, fino alle molte opinioni rimaste inascoltate, il cardinale Urosa ha rilevato i molti sforzi fatti fino all’ultimo con lo “scopo di promuovere un’adeguata partecipazione di tutti i protagonisti” del mondo della scuola. Per l’arcivescovo di Caracas “è fondamentale che le leggi uniscano la nazione e siano anche espressione del consenso nazionale”. Il cardinale Jorge Urosa, si è detto costernato per la decisione dell’Assemblea nazionale che ha rifiutato un rinvio delle discussioni. "Ciò - ha detto - avrebbe consentito all’intero Paese, ai sindacati e alle istituzioni interessate, di conoscere il testo”. D’altra parte cresce l’opposizione alla legge e numerose associazioni hanno annunciato l’apertura di procedure per sottoporre la legge ad un referendum. Altri motivi di tensione si sono registrati domenica scorsa in due località diverse, Valencia e Naguanagua, dove piccoli gruppi di persone hanno interrotto la Santa Messa urlando slogan contro i vescovi e i cattolici e inneggiando al contempo al presidente Hugo Chàvez e alla sua riforma del sistema educativo. A Valencia alcuni dei vandali si sono presentati con abito talare, secondo la stampa locale, e dopo la loro irruzione nei templi hanno lanciato accuse e offese ai fedeli che uscivano della chiesa al termine dell’Eucaristia. Gruppi che si sono identificati come “Genere con classe”, femministe venezuelane, e “Donne per il potere popolare”, hanno distribuito un testo intitolato “La gerarchia cattolica è nemica del popolo”. A Naguanagua è andata in scena un’aggressione simile da parte di un gruppo chiamato “Fronte Francisco de Miranda” sempre con accuse e offese indirizzate ai vescovi venezuelani definiti “golpisti”. Dure e immediate sono state le condanne da parte dei parroci delle due chiese, dei numerosi fedeli presenti tra cui alcuni che si sono sentiti male poiché temevano anche aggressioni fisiche, che fortunatamente non ci sono state. Anche una parte cospicua della stampa del Venezuela condanna questi fatti chiedendo alle autorità un’accurata indagine per identificare e punire i responsabili di atti estranei al sentimento religioso del Paese e gratuitamente odiosi e offensivi. (A cura di Luis Badilla)







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