Comincia oggi la visita a Cuba dell’arcivescovo di Boston, il cardinale Sean O’Malley,
insieme con il vescovo di Orlando (Florida), mons. Thomas Wenski, e il vescovo di
San Antonio (Texas), mons. Oscar Cantú, che durerà sino a venerdì prossimo. Al centro
della visita - come ha sottolineato anche l’Incaricato dell’Episcopato per i rapporti
con le chiese latinoamericane e caraibiche, padre Andrew Small, che accompagna i presuli
– c’è “il monitoraggio dei progetti finanziati l’anno scorso con le donazioni dei
cattolici statunitensi a diverse diocesi cubane, in occasione degli uragani Gustav
ed Ike”, che seminarono grandi devastazioni. Degli 850mila dollari donati alla Chiesa
cubana, ha precisato padre Small, “250mila erano destinati a finanziare 11 progetti
per la ricostruzione”. Da diversi anni i vescovi statunitensi visitano spesso Cuba,
proprio come quelli cubani visitano di frequente gli Stati Uniti, in particolare le
località in cui vivono le comunità maggiori di cubani di prima e di seconda generazione.
L’anno scorso, a ridosso degli uragani, alcuni vescovi americani decisero di visitare
l’isola caraibica per constatare di persona i danni, calcolati in almeno 10mila milioni
di dollari. Negli ambienti cubani degli Stati Uniti la visita episcopale di questa
settimana è stata accolta con soddisfazione e il presidente della “Fondazione cubano-americana”,
Francisco Hernández, l’ha definitiva un gesto “importante e di buoni auspici”. Hernández
ha aggiunto che questa sarà una buona occasione “per capire lo stato della situazione
spirituale e religiosa, ma anche di quella sociale ed economica”. Inoltre ha auspicato
che i presuli incontrino anche i dissidenti e i familiari di persone agli arresti
per ragione politiche. Alcuni mesi fa l’Episcopato statunitense salutò come positive
le misure annunciate dal Presidente Barack Obama per alleggerire alcune importanti
restrizioni imposte negli ultimi anni ai rapporti fra americani e cubani, lanciando
anche segnali di disponibilità a ulteriori aperture, accolte positivamente dall’Avana.
L’ex presidente, Fidel Castro, sottolineò però come la questione fondamentale è e
resta l’embargo statunitense, in vigore da mezzo secolo. Intanto, mons. José Félix
Pérez, Segretario della Conferenza dei vescovi cattolici di Cuba ha commentato l’evento
affermando che “le due Chiese desiderano continuare e sviluppare i rapporti di collaborazione
esistenti da anni, in cui sono importanti molte altre cose e non solo gli aiuti. Il
presidente dei vescovi cubani, mons. Dionisio Garcìa, arcivescovo di Santiago di Cuba,
ha dichiarato ieri all’agenzia Afp che “il modo migliore per comprendersi e avere
sempre buoni rapporti sta nella ricerca della comunicazione. Questo tipo di incontri
serve proprio a questo”. (A cura di Luis Badilla)