Chiusura del VII centenario della morte di Santa Chiara da Montefalco
Si concludono oggi a Montefalco, in Umbria, le celebrazioni per il settimo centenario
della morte di Santa Chiara della Croce. Nel giorno in cui la Chiesa ricorda la religiosa
agostiniana, nella cittadina umbra, nel monastero in cui la santa è vissuta fra il
XIII e XIV secolo, è stata celebrata stamattina una Messa solenne. Nel pomeriggio,
al termine della celebrazione agostiniana prevista per le ore 18, saranno invece presentati
gli Atti del Congresso internazionale dedicato a Santa Chiara che si è svolto a settembre
dello scorso anno. Ma sulla figura della mistica ascoltiamo il servizio di Tiziana
Campisi:
E’ nel silenzio
che Santa Chiara ha parlato al cuore di chi quest’anno, settimo centenario della sua
morte, ha voluto ricordarla o conoscerla a Montefalco, nello stesso monastero in cui
è vissuta. Donna che ha amato Cristo così intensamente da portarne impressi nel cuore
i simboli della Passione: il Crocifisso, il flagello, la colonna, la corona di spine
furono visibili alle consorelle della mistica quando, dopo il suo decesso, vollero
capire perché la loro badessa ripetesse spesso di avere Gesù dentro di sé. Si diede
a lunghe ore di preghiera già da bambina, e da monaca le sue suppliche a Dio accompagnorono
uomini di Chiesa e personaggi illustri che le chiedevano consigli. Le sue parole sono
descritte come “un fuoco, da cui venivano illuminate, consolate ed accese le menti
di tutti coloro che l'ascoltavano”. La sua vita ha espresso tutto l’amore che sentiva
per Dio. Madre Maria Rosa Guerrini, badessa del monastero di
Montefalco, spiega che cosa, in quest’anno di celebrazioni, è emerso in particolare
di Santa Chiara: “Santa Chiara ha ricordato che la santità non
è una cosa impossibile per ogni giorno e per tutti, non soltanto per un determinato
tipo di persone o soltanto nell’ambito della vita religiosa. Questo credo che abbia
avvicinato molta gente a Santa Chiara. Una donna del nostro tempo, una donna normale
che ha sofferto, ha lottato, ha gioito in compagnia delle sue sorelle ma anche della
Chiesa che la circondava. Lei è conosciuta come la 'Santa del cuore' perché nel suo
cuore sono stati trovati i segni della Passione del Signore. Però, questo è stato
il frutto di una vita e di un continuo sì al Signore nel quotidiano. Una donna innamorata
del Signore che non ha tenuto per sé questo dono così grande che il Signore le aveva
fatto ma che lo ha condiviso prima con le sue sorelle all’interno della comunità,
con una vita veramente fraterna attenta ai bisogni spirituali e materiali delle sorelle,
e poi però è venuta fuori anche una vita che non si è fermata nel recinto, nelle mura
del monastero, ma una carità veramente grande anche con le persone non solo del paese
di Montefalco ma anche intorno. Quindi, è venuto fuori questo aspetto grande di una
carità condivisa con tutti”. E nella piccola Montefalco la testimonianza
che Santa Chiara ha offerto al mondo è ancora viva; ne è segno quella preghiera che
tanta parte ha avuto nella sua esistenza e che nelle ore della liturgia le monache
agostiniane condividono con chi si ferma nella Chiesa dove sono custodite le reliquie
di Chiara.