Dio chiede a tutti di accoglierLo: così il Papa che all’Angelus invita a tenere aperto
il cuore per chi ha più bisogno
"Ad ognuno di noi Dio chiede di accoglierLo”: così il Papa, all’Angelus di oggi recitato
a Castel Gandolfo, ha spiegato che ciò che è accaduto in Maria, vale anche per ogni
uomo e ogni donna. “Siamo chiamati a mettere a disposizione di Dio, il nostro cuore
e il nostro corpo, la nostra intera esistenza perché Egli possa abitare nel mondo”.
Un appello, poi, a tenere aperta la porta del cuore per chi ha più bisogno. Il servizio
di Fausta Speranza
Ieri
la grande festa di Maria Assunta in Cielo, oggi nel Vangelo le parole di Gesù: “Io
sono il pane vivo, disceso dal cielo”.
“Non si
può non restare colpiti da questa corrispondenza, che ruota intorno al simbolo del
“cielo”: Maria è stata “assunta” nel luogo dal quale il suo Figlio era disceso”. “Dio
ha assunto da Maria il corpo umano per entrare nella nostra condizione mortale. –
spiega il Papa - A sua volta, alla fine dell’esistenza terrena, il corpo della Vergine
è stato assunto in cielo da parte di Dio e fatto entrare nella condizione celeste”.
E il Papa invita ad una riflessione:
E’ una sorta
di scambio, in cui Dio ha sempre la piena iniziativa, ma, in un certo senso, ha anche
bisogno di Maria, per preparare la materia del suo sacrificio: il corpo e il sangue,
da offrire sulla Croce quale strumento di vita eterna e, nel sacramento dell’Eucaristia,
quale cibo e bevanda spirituali.
Dio
chiama ad unirci a Lui nel sacramento dell’Eucaristia, per formare insieme la Chiesa,
Pane spezzato per la vita del mondo. “L’Eucaristia è il mezzo, - dice il Papa - lo
strumento di questo reciproco trasformarsi, che ha sempre Dio come fine e come attore
principale”:
Lui è il Capo e noi le membra, Lui
la Vite, noi i tralci. Chi mangia di questo Pane e vive in comunione con Gesù lasciandosi
trasformare da Lui e in Lui, è salvato dalla morte eterna: muore come tutti, partecipando
anche al mistero della passione e della croce di Cristo, ma non è più schiavo della
morte, e risorgerà nell’ultimo giorno, per godere la festa eterna con Maria e tutti
i Santi. Se noi diciamo sì, come Maria, - aggiunge il Papa
- veniamo assunti nella divinità di Colui che ha assunto la nostra umanità.
“Questo
mistero di vita eterna incomincia quaggiù: è mistero di fede, di speranza e di amore,
che si celebra nella liturgia, specialmente eucaristica, e si esprime nella comunione
fraterna e nel servizio al prossimo. Preghiamo la Vergine Santa, affinché ci aiuti
a nutrirci sempre con fede del Pane di vita eterna per sperimentare già sulla terra
la gioia del Cielo.” Dopo la preghiera mariana, nei saluti
in varie lingue, in francese, un pensiero in particolare ai giovani venuti dall’Africa
con un invito a tutti “a tenere sempre aperta la porta del cuore e a essere giorno
dopo giorno testimoni della tenerezza del Signore presso tutte le persone che si trovano,
materialmente o spiritualmente, nel bisogno”. In inglese l’augurio che il soggiorno
di tanti a Roma e a Castel Gandolfo sia occasione di approfondimento della fede.
In polacco, anche l’esortazione “in modo particolare in questi giorni di riposo, ad
adorare Cristo presente nelle chiese incontrate in vacanza. In italiano, il saluto
in particolare ai fedeli della parrocchia San Silvestro in Faenza, e ai giovani di
Trescore, giunti attraverso la via Francigena.