L'arcivescovo di Loreto: l'Assunta, festa della purezza contro la mercificazione del
corpo
Sul significato e l’importanza della Solennità dell’Assunzione, ascoltiamo la riflessione
di mons. Giovanni Tonucci, arcivescovo prelato di Loreto e delegato pontificio
per il Santuario Lauretano. L'intervista è di Isabella Piro.
R. – Il
significato è un annuncio di gioia e di certezza perché la festa dell’Assunzione ci
dice che quello che Gesù ha fatto, cioè il fatto di salire come uomo completo al Cielo
non é riservato a Lui ma è aperto a tutti noi e Maria ci dà l’esempio. E’ in qualche
modo un aprire la strada. Lei, creatura, è stata chiamata a vivere, nella sua piena
umanità, nel Cielo e questo è un annuncio che vale per ciascuno di noi perché ci dice
che anche noi siamo destinati a questo. D. – Il dogma dell’Assunzione
è proclamato da Pio XII nel 1950 dice che “Maria Madre di Dio, terminato il corso
della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo”. Cosa possiamo
dire sul modo in cui Maria fu Assunta in Cielo? R. – Quando
il Papa definì il dogma c’era ancora in corso una disputa che dopo di allora si è
un pochino spenta sul fatto che Maria potesse essere stata assunta in Cielo senza
passare attraverso l’esperienza della morte. Ora non se ne parla più, però c’è senz’altro
la coscienza che la morte di Maria, cioè quella che si definisce come una dormizione,
è qualcosa che ha ben poco a che fare con l’esperienza dolorosissima di Cristo e l’esperienza
dolorosa della nostra morte. C’era in Maria ormai una certezza di giungere, o la gioia
di giungere, a vedere ancora una volta al Figlio, per cui non ha quel significato
di dolore e di incertezza che ha per ciascuno di noi. D. – Maria
è spesso definita “Madre del sì”... R. – E’ un significato molto
forte che noi qui a Loreto sentiamo in maniera particolare. Maria è la donna del sì
e anche la Casa di Maria qui a Loreto è stata detta la Casa del sì. “Del sì” perché
Lei è stata capace al momento dell’Annunciazione di Dio di dire un sì a Dio che non
ha più ritrattato durante tutta la vita e quel sì di Maria ha significato l’inizio
della storia della salvezza, per cui ha cambiato la storia umana una volta per tutte.
Il sì di Maria è un sì fondamentale che diventa un modello ma un modello infinitamente
superiore a tutti i nostri sì detti a Dio al momento in cui il Signore ci chiede un
impegno particolare. D. – E’ un anche un modo per affidarsi
totalmente alle mani del Signore… R. – Naturalmente, e quello
che Maria ha fatto lo ha detto il primo istante ma lo ha confermato poi e lo vediamo
quando ai piedi della Croce ha continuato a dire il suo sì, a giocare il suo ruolo
di Madre non soltanto come Madre di Cristo, ma anche come Madre della Chiesa intera. D.
– Nel 2009 come vivere nel modo migliore la Solennità dell’Assunzione? R.
– A me piace pensare l’Assunzione come una festa dell’umanità e una festa del corpo
umano; è la glorificazione del corpo, quindi io lo vedo come un messaggio, allo stesso
tempo di gloria ma anche di purezza. Nella mercificazione del corpo, in tutti gli
aspetti che ci sono, la umiliazione del corpo umano, ritorna una proposta di essenzialità
e allo stesso tempo di pulizia. Maria come donna ideale che viene chiamata al Cielo
nella totalità della sua umanità. Credo che sia un messaggio per ciascuno di noi per
dire: il mio corpo, il nostro corpo ha una sua dignità da rispettare perché sia veramente
degno di essere chiamato alla presenza di Dio.