2009-08-15 14:46:04

Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica


Domani, 16 agosto, è la 20.ma Domenica del Tempo Ordinario: la liturgia continua a proporci il discorso di Gesù a Cafàrnao sul Pane disceso dal cielo. Alla folla scandalizzata per le sue parole, il Signore dice:

«Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia all'Università Lateranense:RealAudioMP3

 
La prudenza solo umana ci mette in guardia  sia da coloro che non donano nulla, sia da coloro che donano troppo ("Timeo Danaos et dona ferentes").

 
All'udire il lungo e inequivocabile discorso di Gesù sulla necessità di mangiare la sua Carne e bere il suo Sangue se ne andarono quasi tutti. La moltiplicazione dei pani e dei pesci era stata da loro gradita, ma adesso stava esagerando, stava esagerando con il dono, era eccessivo.

 
Esagerato ed eccessivo rispetto a che cosa?

 
Rispetto alla loro misura.

 
Il dono di Dio, qualsiasi dono di Dio non può essere misurato con la bilancia e la misura solo umana. Qui, inoltre, non si tratta di un dono qualsiasi, si tratta della sua Carne e del suo Sangue.

 
La separazione della carne dal  sangue suppone il sacrificio. Non solo. In nessun sacrificio offerto al Tempio era concesso di bere il sangue, che è la vita (cf. Lev 11) ed è quindi proprietà esclusiva di Dio.

 
Ora, Gesù prescrive di bere il suo Sangue. Solo Dio, solo il Signore della vita avrebbe potuto offrire se stesso fino a quel punto, fino a dar parte realmente alla propria vita, al punto che colui che ne partecipa vive non più della sua propria vita, ma di quella del Figlio dell'uomo.

 
Al di fuori di questo divino eccesso non c'è vita vera, non c'è vita eterna.







All the contents on this site are copyrighted ©.