Vigilia della Solennità dell'Assunzione. Il Papa: Maria ci indica l'unica cosa necessaria
Domani mattina, alle 8.00, nella Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria,
il Papa presiederà la Santa Messa nella parrocchia di San Tommaso da Villanova a Castel
Gandolfo. A mezzogiorno, il tradizionale appuntamento dell’Angelus, nel cortile del
Palazzo Apostolico della cittadina laziale. E’ la quinta volta che Benedetto XVI presiede
i riti dell’Assunta, la più antica festa mariana. Riascoltiamo alcune sue parole in
questo servizio di Sergio Centofanti.
(Canto dell’Ave
Maria)
Benedetto XVI invita a guardare la “consolante
verità di fede” dell’Assunzione in cielo di Maria, in corpo e anima. Dopo la sofferenza
la gloria: una trasformazione che coinvolgerà “ogni essere umano e il cosmo intero”:
“Colei da cui Dio aveva preso la sua carne e
la cui anima era stata trafitta da una spada sul Calvario si è trovata associata per
prima e in modo singolare al mistero di questa trasformazione, alla quale tendiamo
noi tutti, anche noi spesso trafitti da spade della sofferenza di questo mondo. La
nuova Eva ha seguito il nuovo Adamo nella sofferenza, nella Passione, e così anche
nella gioia definitiva. Cristo è la primizia, ma la Sua carne risorta è inseparabile
da quella della Sua Madre terrena, Maria, e in Lei tutta l’umanità è coinvolta nell’Assunzione
verso Dio”. (Omelia della Messa del 15 agosto 2008) Non
un mito ma una realtà, un mistero rivelato ai piccoli: perché Dio "abbassa i superbi
e innalza gli umili”:
“Non sono certo i ragionamenti
a farci capire queste realtà così sublimi, ma la fede semplice, schietta, ed il silenzio
della preghiera che infinitamente ci supera e ci aiuta a parlare con Dio e a sentire
come il Signore parla al nostro cuore”. (Omelia della Messa del 15 agosto 2008) Una
sola cosa è necessaria. E questa festa – spiega il Papa – ci invita a cercare le cose
essenziali, non perdendo mai la fiducia dinanzi alle difficoltà della vita:
“Presi
dalle occupazioni quotidiane rischiamo infatti di ritenere che sia qui, in questo
mondo nel quale siamo solo di passaggio, lo scopo ultimo dell’umana esistenza. Invece
è il Paradiso la vera meta del nostro pellegrinaggio terreno. Quanto diverse sarebbero
le nostre giornate se ad animarle fosse questa prospettiva!” (Angelus del 15 agosto
2006)
La testimonianza cristiana nasce proprio
dal vivere la fede in modo semplice e concreto, come Maria: “Davanti
al triste spettacolo di tanta falsa gioia e contemporaneamente di tanto angosciato
dolore che dilaga nel mondo, dobbiamo imparare da Lei a diventare noi segni di speranza
e di consolazione, dobbiamo annunciare con la vita nostra la risurrezione di Cristo”.
(Omelia della Messa del 15 agosto 2008) Nell’Apocalisse
la Chiesa è raffigurata in Maria aggredita da un enorme drago rosso, simbolo dell’Impero
romano, di ogni potere che vuole calpestare la Chiesa nella sua debolezza: "Davanti
a questo potere la fede, la Chiesa, appariva come una donna inerme, senza possibilità
di sopravvivere, tanto meno di vincere. Chi poteva opporsi a questo potere onnipresente
che sembrava in grado di fare tutto? E tuttavia sappiamo che alla fine ha vinto la
donna inerme, ha vinto non l’egoismo, non l’odio; ha vinto l’amore di Dio e l’Impero
romano si è aperto alla fede cristiana”. (Omelia della Messa del 15 agosto 2007)
“Assunta
in cielo – spiega il Papa - Maria non si è allontanata da noi, ma ci resta ancor più
vicina", sente le nostre preghiere e ci aiuta “con la sua bontà materna”:
“Abbiamo
tutti bisogno del suo aiuto e del suo conforto per affrontare le prove e le sfide
di ogni giorno; abbiamo bisogno di sentirla madre e sorella nelle concrete situazioni
della nostra esistenza”. (Angelus del 15 agosto 2007)
Quindi
il Papa invoca l’intercessione della Vergine per la pace in tutto il mondo:
“Alla
Regina della pace, che contempliamo nella gloria celeste, vorrei affidare ancora una
volta le ansie dell’umanità per ogni luogo del mondo straziato dalla violenza”. (Angelus
del 15 agosto 2006)