Taiwan: centinaia di vittime per il passaggio del tifone
A Taiwan si aggrava di ora in ora il bilancio delle vittime del passaggio del tifone
Morakot. Il presidente dell’isola, Ma Ying-jeou, ha dichiarato che nel villaggio meridionale
di Hsiaolin sepolto da una valanga di fango i morti potrebbero essere oltre 500. Mercoledì
scorso all’udienza generale, il Papa aveva espresso la sua vicinanza alle popolazioni
colpite dalla sciagura. Intanto, sull’isola si è messa in moto la macchina di solidarietà
della Chiesa cattolica locale e della Caritas Internationalis. Stefano Leszczynski
ha raggiunto telefonicamente padre Paolo Consonni, parroco a Taipei.
R. – Devo
dire che questo tifone ha preso tutti di sorpresa, nel senso che non ci si aspettava
assolutamente un disastro del genere. Per dare un’idea, il tifone ha colpito soprattutto
nella giornata di venerdì scorso. Sabato sembrava che il tifone avesse finalmente
dato tutta l’acqua che doveva dare e domenica noi a Taipei, per esempio, pensavamo
che ormai il tifone, una volta passato, non avesse provocato grandissimi danni. Quindi,
ha preso un po’ tutti di sorpresa. Il sentimento maggiore adesso è quello di dare
un segno di solidarietà. Penso che tutti a Taiwan in questo momento si sentano molto
colpiti da questa tragedia e, a parte le polemiche, che sono naturali in questi casi,
vogliono soprattutto esprimere una solidarietà alle popolazioni del sud. D.
– La Chiesa locale si è subito mobilitata per dare soccorso alle popolazioni colpite… R.
– Sì. Bisogna dire che siamo l’un per cento della popolazione, per cui in termini
di mezzi e di organizzazione non siamo certamente all’altezza di dare un aiuto di
prima linea, ma la Chiesa si è mobilitata subito, sin dall’inizio, attraverso la Caritas,
e soprattutto attraverso la Conferenza episcopale. Domani ci sarà un momento di preghiera
a Taipei, dove si cercherà di mobilitare soprattutto le popolazioni del nord dell’isola,
per dare una mano ai connazionali del sud. Anche il rappresentante vaticano sarà presente,
portando un’offerta del Papa. Ci stiamo muovendo e la nostra forza penso che sia più
in un aiuto a lungo termine. D. – Copisce sempre vedere come
le popolazioni dei Paesi asiatici vengano colpite duramente da questi disastri ambientali
ogni anno… R. – Anch’io che sono straniero, abitando a Taipei,
che è una città molto moderna, rimango sempre molto esterrefatto dalla potenza di
questi tifoni. C’è da dire che, per quanto riguarda Taiwan, sono fenomeni inevitabili,
perché il tifone è un fenomeno meteorologico molto imprevedibile. Inoltre, la geografia
di Taiwan è molto particolare, perché è quasi tutto montagnoso. Ci sono montagne molto
ripide, per cui ogni volta che un tifone arriva è chiaro che ci sono spesso vittime
e grosse distruzioni, in quanto il territorio non permette l’assorbimento dell’acqua:
l’acqua scorre, causando molte frane e distruggendo tutto quello che incontra sulla
via.