2009-08-14 15:39:38

Myanmar: nessuna sanzione Onu per la condanna di Aung San Suu Kyi


Dopo 48 ore di discussioni, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha scelto la linea del compromesso sulla giunta militare del Myanmar, che ha condannato la leader dell'opposizione birmana Aung San Suu Kyi ad altri 18 mesi di arresti domiciliari. Su pressione della Cina, non è arrivata alcuna condanna al regime di Yangon ma è stata espressa “grave preoccupazione” per la sentenza. Più netta, invece, la presa di posizione dell’Unione Europea. I quattro giudici che hanno emesso la sentenza sono stati aggiunti alla lista di funzionari birmani soggetti a congelamento dei beni e divieto di ingresso nell'Ue. Sulla linea seguita da Bruxelles, ascoltiamo l'on. Piero Fassino, inviato dell’Unione europea per la Birmania, intervistato da Federico Piana:RealAudioMP3

R. – Dobbiamo continuare a batterci per i tre obiettivi fondamentali per cui la comunità internazionale da mesi e mesi lavora: il primo è certamente la liberazione di Aung San Suu Kyi e di tutti i prigionieri politici; il secondo obiettivo è ottenere l’apertura di un dialogo tra la giunta e le comunità etniche che costituiscono la Birmaniia per definire un percorso concordato di transizione; terzo obiettivo, una legge elettorale e regole di campagna elettorale che consentano ad ogni candidato e ad ogni partito nel 2010 di partecipare alle elezioni avendo gli stessi diritti e le stesse opportunità e una piena agibilità politica, in modo tale che le elezioni non siano come il referendum di un anno fa: semplicemente uno strumento di legittimazione del potere, ma siano effettivamente l’avvio di una vita nuova.

 
D. – Qual è la posizione dell’Europa?

R. – L’Europa aveva già adottato delle sanzioni ed ha deciso di rafforzare alcune misure di sanzioni nei confronti di questi magistrati che erogano sentenze così scandalose. Però, bisogna essere consapevoli che non è una via puramente di sanzioni che sbloccherà la situazione. Le sanzioni servono, hanno un valore politico, hanno un valore morale, è giusto averle adottate però le hanno adottate gli Stati Uniti, l’Unione Europea, l’Australia e il Canada... E l’80 per cento dell’import-export del Myanmar non è con questi Paesi, ma è con i Paesi asiatici i quali non hanno adottato sanzioni e non intendono adottarne. Quindi, è chiaro che la nostra strategia, se vuol essere efficace, non può essere basata solo sulle sanzioni. Occorre, accanto alle sanzioni, adottare anche altre misure, in questo caso più positive, e anche mettere in campo tutte le forme di persuasione, di pressione politica nei confronti della giunta al potere, perché capisca che deve accettare l’apertura di una fase nuova.

 
D. – Che ruolo può giocare in questo momento la Cina ?

 
R. – La Cina è il principale partner economico, commerciale e politico della Birmania; è chiaro che una forte azione di pressione, di persuasione politica da parte della Cina sulla Birmania potrebbe ottenere un ammorbidimento della posizione della giunta e la disponibilità ad aprire quel dialogo con l’opposizione che è fondamentale per una fase nuova nella vita di quel Paese. (Montaggio a cura di Maria Brigini)

 
Caucaso
Non si ferma l’escalation di violenza nelle Repubbliche del Caucaso russo. Almeno 22 persone, fra cui sette donne, sono morte in diversi attacchi la scorsa notte in Daghestan e Cecenia. L'episodio più grave è avvenuto nella Repubblica russa del Daghestan dove uomini armati hanno sparato all'impazzata in una sauna, uccidendo sette donne, e attaccato un vicino posto di polizia. Nello scontro a fuoco sono morti anche quattro poliziotti e tre presunti ribelli. Nelle stesse ore in Cecenia almeno sei persone sono morti invece negli scontri fra forze speciali governative e ribelli islamici.

Afghanistan
Il presidente afghano Hamid Karzai ha annunciato di aver disposto un cessate il fuoco per le forze militari nazionali il 20 agosto, giorno in cui si terranno le elezioni presidenziali, ed ha invitato i movimenti talebani ad aderirvi. Secondo alcuni media locali, esisterebbe addirittura un’intesa fra Karzai e gruppi di ribelli per rendere effettiva la tregua che si estenderebbe nel tempo. Tuttavia sul terreno non accennano a diminuire gli attacchi della guerriglia. Ieri altri tre soldati britannici hanno perso la vita in un attentato nella provincia di Helmand. Da Kabul, ci riferisce Barbara Schiavulli:RealAudioMP3

Tra le strade assolate di Kabul incombe la minaccia dei talebani e la frenesia della campagna elettorale. Sei giorni alle elezioni, le seconde nella storia dell’Afghanistan. Almeno nella capitale, le preferenze vanno per l’attuale presidente Karzai. “C’è molta corruzione, ma è riuscito a mettere insieme le etnie”, ci dice Im Ruddin, un autista zara che ricorda le persecuzioni del suo popolo. Tra i preferiti, anche Abdul Abdullah, ex ministro degli Esteri sostenuto dai tagiki. Ma molti sono rassegnati: “Non vado a votare perché ho paura degli attacchi”, spiega Mina, una donna con un leggero velo che le incornicia il volto. La tensione è palpabile come il caldo afoso che impregna la città avvolta in una cappa di polvere. “Vorrei tanto un presidente che pensi all’Afghanistan e non solo a se stesso”, ci dice con amarezza Shafik Anuri, parlamentare, mentre dalla borsa ci offre un volantino di Abdul Abdullah. Se Karzai non otterrà il 51 per cento dei voti il 20 agosto prossimo, si andrà al ballottaggio.
 
Iran. Le accuse di Karrubi: detenuti morti per le torture
Giovani manifestanti sarebbero stati torturati a morte nelle prigioni iraniane. È la nuova accusa contro il governo di Teheran dell’ex candidato riformista, Mehdi Karrubi, che ha chiesto la costituzione di una commissione indipendente d'inchiesta che accerti i fatti. Karrubi ha detto, inoltre, che presenterà le prove degli stupri commessi a danno di uomini e donne nel carcere di Kharizak. Intanto, nella preghiera del venerdì, l’ayatollah conservatore, Ahmad Khatami, ha chiesto alle autorità iraniane di non cedere alle pressioni dell’Occidente riguardo ai detenuti e di agire contro l'Unione Europea, in particolare sulla Svezia accusata di interferire negli affari interni dell’Iran.

Attentato in Iraq
Cresce ancora il numero delle vittime del duplice attentato suicida compiuto ieri nella provincia di Sinjar, nell’Iraq nord-occidentale. Sono 21 i morti e 32 le persone ferite che al momento dello scoppio degli esplosivi si trovavano in un bar vicino a uno dei mercati più affollati della regione.

Medio Oriente
Nel corso della prima riunione ieri a Ramallah del comitato centrale di Al-Fatah, il presidente palestinese Abu Mazen ha precisato che senza il congelamento degli insediamenti ebraici in Cisgiordania e a Gerusalemme est non ci potrà essere la pace con Israele. Il leader dell’Anp ha inoltre invocato una soluzione equa per i profughi palestinesi e ha ribadito la sua contrarietà all'ipotesi di “confini temporanei”.

Hillary Clinton in Liberia
Continua la visita nel continente africano del segretario di Stato americano Hillary Clinton. Nella sua sesta tappa, in Liberia, Paese che si affaccia sul Golfo di Guinea, la Clinton ha promesso il sostegno degli Stati Uniti al presidente Ellen Johnson Sirleaf, unica donna al potere in uno Stato dell’Africa. Alla presidente è attribuito il merito di avere risollevato l'economia del Paese dopo 14 anni di guerra civile. Domani la missione di Hillary Clinton nelle isole di Capo Verde.

Nuova influenza
Parliamo della nuova influenza A/H1N1. L’Oms conferma che 168 Paesi sono interessati dalla pandemia e, secondo i dati diffusi dal Centro Europeo di prevenzione e controllo delle malattie, il virus è ancora in espansione: oltre 220 mila i contagiati nel mondo, più di 1900 i decessi. In Europa aumenta il numero degli infetti in Germania, ma è la Gran Bretagna, con circa 12.400 casi di contagio, ad essere il Paese più colpito dal virus. L'Unione Europea rassicura: non sarà necessario rimandare l'avvio dell'anno scolastico. Massimiliano Menichetti ha raccolto il commento di Gianni Rezza, direttore del Dipartimento di malattie infettive dell’Istituto superiore di Sanità:RealAudioMP3

R. - Diciamo innanzitutto che sono dati parziali perché fanno riferimento ai casi confermati e i casi confermati rappresentano comunque la sottostima del numero totale di casi. Si tratta di un’infezione che può correre molto velocemente e si può diffondere molto ma la buona notizia, da un punto di vista clinico, è che per fortuna è poco aggressiva. Probabilmente non è molto diversa dalla normale influenza stagionale, l’unica differenza è che noi non abbiamo gli anticorpi nei confronti di questo virus che è un virus nuovo.

 
D. – Ci sono dei comportamenti virtuosi che si possono adottare?

 
R. – Certamente. Evitare luoghi affollati, lavarsi spesso le mani, può essere di utile ausilio per diminuire il rischio di contrarre l’infezione. Poi, per quanto riguarda le persone a rischio di complicanze, soprattutto i malati cronici ma anche le donne in gravidanza, o i bambini al di sotto dell’anno, si possono proteggere con farmaci antivirali in attesa del vaccino.

 
D. - Dei medici britannici ribadiscono: “Ci vuole cautela nella prescrizione dei medicinali antivirali contro la nuova influenza”…

 
R. - E’ giusto. C’è stato un uso degli antivirali “fai da te” per cui si sono manifestati anche dei fenomeni di resistenza ad essi.

 
D. – Professore, dunque cosa succederà in autunno, in inverno?

 
R. - E’ possibile prevedere una recrudescenza del virus in quei Paesi, fra i quali la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, che hanno alle spalle ormai il picco epidemico. E' possibile prevedere un aumento, invece, delle infezioni in Paesi come il nostro che sono stati fino ad ora relativamente risparmiati, proprio perché le scuole sono chiuse, i luoghi di raduno sono chiusi, non ci sono in questo momento le condizioni per un’esplosione dell’epidemia almeno nell’emisfero nord, quindi nel nostro emisfero.

 
D. – C’è motivo di preoccupazione forte?

 
R. - C’è motivo di attenzione, questo sicuramente sì, perché in questa fase di transizione vediamo che, comunque, l’infezione continua a circolare anche se con un’intensità relativamente bassa. Quando si creeranno le condizioni per un aumento della velocità di circolazione virale è possibile che avremo molti casi. Però, ripeto, si tratta di un’influenza che ha delle caratteristiche molto simili a quelle dei virus di influenza stagionale e, quindi, è una situazione non di allarme ma sicuramente una situazione da seguire con molta attenzione.

Europa: calo record dell'inflazione
Calo record dell’inflazione nella zona euro. Nel mese di luglio si è registrato un -0,7% su base annua e un -0,1% rispetto al precedente mese di giugno. Si tratta della diminuzione maggiore dall’introduzione della moneta unica.

Usa: tragedia dell'Hudson
Un supervisore e un controllore di volo dell'aeroporto Teterboro sono stati sospesi dalle loro funzioni in relazione alla collisione in volo fra un elicottero e un piccolo aereo sul fiume Hudson, a New York, che sabato scorso ha provocato la morte di nove persone. Secondo le indiscrezioni della stampa statunitense, il controllore era al telefono con la fidanzata durante la collisione, mentre il supervisore era al momento irreperibile. I due sono al centro dell'indagine del National Transportation Safety Board e della Federal Aviation Administration.

Incendi in California
Oltre 2.200 persone sono state evacuate nella regione della catena montuosa di Santa Cruz, nel nord della California a causa di un grande incendio boschivo che ha già bruciato in due giorni oltre 1.100 ettari di vegetazione e foresta. Le fiamme sono divampate mercoledì dalla Costa pacifica a circa 60 chilometri a sud di San Francisco e adesso minacciano le abitazioni della regione di Swanton e di Bonny Doon.

Zelaya incontrerà il segretario di Stato americano
Il presidente deposto dell'Honduras, Manuel Zelaya, ha annunciato che incontrerà la prossima settimana il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, per discutere della crisi politica del Paese. Zelaya ha definito le azioni statunitensi “troppo tiepide e poco efficaci” e chiederà alla Clinton posizioni più dure nei confronti del governo de facto in ambito economico, commerciale e migratorio. Intanto la tensione in Honduras rimane molto alta e anche ieri manifestazioni pro-Zelaya sono terminate con l’arresto e il ferimento di decine di manifestanti. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra e Mariella Pugliesi)
 

 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 226

 
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