2009-08-14 14:51:41

La Chiesa ricorda San Massimiliano Kolbe, una luce nel lager di Auschwitz


Figlio della Polonia e di San Francesco d’Assisi, grande apostolo della Vergine, martire sotto il nazismo. Così all’Angelus di domenica scorsa Benedetto XVI ha ricordato San Massimiliano Maria Kolbe, di cui oggi ricorre la memoria liturgica. Promotore del culto mariano fino in Giappone e in India, san Massimiliano fu apostolo appassionato e fondò la rivista “Il Cavaliere dell’Immacolata” che raggiunse in pochi anni una tiratura di milioni di copie. Ma il Santo è ricordato soprattutto per gli ultimi istanti della sua esistenza quando, prigioniero ad Auschwitz, offrì la vita in cambio di quella di un padre di famiglia, suo compagno di prigionia. Morì pronunciando l’“Ave Maria”. Per un ricordo del martire del nazismo, Paolo Ondarza ha intervistato padre Gianfranco Grieco, autore del libro “San Massimiliano Kolbe, una luce nel lager di Auschwitz”.RealAudioMP3

R. – Massimiliano non è stato un grande soltanto per l’eroicità della sua fine, cioè quella di donare la sua vita per un papà di famiglia nel campo di concentramento di Auschwitz, il 14 agosto del 1941. E' stato grande perché fin da giovane ha preso seriamente a cuore il suo modello di vita. Il suo modello di vita sacerdotale era Gesù Cristo. Il suo modello di vita di santità era la Madonna. Il suo modello di povertà vissuta fino all’eroismo, una povertà seria, non soltanto una povertà di facciata.
 
D. – Lei lo ha definito una luce nel lager di Auschwitz, una persona che in una situazione umanamente insopportabile – ricordiamo che era addetto ai lavori più umilianti, come il trasporto dei cadaveri al crematorio – seppe comunque testimoniare Cristo, forte anche dell’aiuto della Vergine ...
 
R. – Il Servo di Maria, il milite di Maria, il cavaliere di Maria ... tutta la sua vita sua era stata un dono. Lui aveva riferito alla mamma questo episodio: gli apparve la Madonna da piccolo e gli disse: tu cosa vuoi, la corona della purezza o la corona del martirio? Disse di volere tutte e due!
 
D. – San Massimiliano Maria Kolbe fu anche un precursore dei nostri tempi: mi riferisco a quanto attiene alla sfera del dialogo interreligioso, che si confrontò con ebrei, musulmani, buddisti alla ricerca di un fondo di verità esistente nelle varie religioni ...
 
R. – L’esperienza di Massimiliano Kolbe, soprattutto in Giappone, a contatto con i buddisti, gli shintoisti, prefigura tutta la storia della nostra Chiesa del Concilio e del dopo-Concilio. Padre Massimiliano faceva collaborare alla rivista mariana in Giappone persone delle altre fedi: questo era un grande segno per la storia di quel tempo perché era fermamente convinto che un dialogo serio, sincero, spassionato porta a Cristo e porta all’unità in Cristo Gesù.
 
D. – Questo lato della sua personalità insieme anche all’importanza di questo Santo per l’Anno Sacerdotale che stiamo vivendo. Se dovessimo esprimere la validità del messaggio di San Massimiliano Kolbe, cosa si potrebbe dire?
 
R. – Essere apostoli, non stare a guardare ma scendere per le strade, annunciare il Vangelo, usare la buona stampa, far sì che tutti i media, soprattutto oggi, portino un messaggio di salvezza e portino a Cristo. San Massimiliano sapeva benissimo che essere sacerdote francescano conventuale non voleva significare chiudersi in un’oasi conventuale! Lui ha avuto questa ansia, questa passione missionaria. E' stato un grande apostolo senza frontiere ...







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