Assunta: pellegrinaggio notturno al Santuario della Madonna del Divino Amore
Camminare nel buio della notte e accogliere la chiamata di Dio, senza esitazione,
come ha fatto Maria. Con questo spirito, centinaia di fedeli parteciperanno questa
notte al pellegrinaggio organizzato dal Santuario della Madonna del Divino Amore,
per la vigilia della solennità dell’Assunzione di Maria in cielo. Il percorso, che
inizia a mezzanotte a Piazza di Porta Capena, si conclude domani alle ore 5.00, con
la celebrazione eucaristica. In occasione della solennità, domani sarà possibile ricevere
l’indulgenza plenaria. Sul significato del pellegrinaggio, Alessandra De Gaetano
ha intervistato don Pasquale Silla, rettore e parroco del Santuario.
R. – Il vero
pellegrinaggio dovrebbe essere quello di partire dall’io per arrivare a Dio, partire
dal nostro egoismo, dal nostro mondo, per aprirci agli altri nella solidarietà, nella
carità. Questa notte i numerosi pellegrini verranno invitati a camminare in questa
prospettiva, imitando e contemplando Maria Santissima. Lei ha fatto il pellegrinaggio
nella fede, partendo dalla sua situazione e raggiungendo quell’ideale che neppure
poteva immaginare. La volontà di Dio le ha proposto una missione straordinaria: essere
la Madre, la collaboratrice di Cristo Redentore. E lei si è messa in cammino, faticoso,
però non è mai rimasta indietro e nella gloriosa Assunzione che contempleremo questa
notte, e soprattutto domani, vediamo proprio la Vergine Santa che ha raggiunto l’apice
del culto, l’apice della glorificazione e l’apice, soprattutto, della profonda unione
con Cristo nella sua ascensione al cielo.
D. – La
solennità dell’Assunzione ha un significato particolare per un santuario intitolato
alla Madonna...
R. – Il significato è triplice. Innanzitutto,
si loda e si adora il Signore per questo dono, si glorifica la sua Madre, che ha raggiunto
la perfetta unione con Lui nella gloria del cielo, anima e corpo. Ed è la festa della
Chiesa, perché Maria è una di noi, fa parte della nostra realtà umana. Lei con la
sua umanità ci ha introdotti già accanto a Cristo Risorto, per cui la Chiesa festeggia
in qualche modo se stessa, contemplando Maria e adorando e ringraziando il Signore,
artefice di tutte queste meraviglie.
D. – L’esperienza
di questo cammino cosa rappresenta nel percorso spirituale dell’uomo?
R.
– Rappresenta questo andare verso una meta, mettersi alle spalle le cose di tutti
i giorni, anche se sono di grande valore, mettersi nell’avventura di un cammino nel
buio e nella notte, per avere la certezza che insieme agli altri, con la preghiera,
con la forza della grazia, si può attraversare il buio, il tunnel della disperazione,
della paura. L’uomo può riconquistare in qualche modo se stesso, nella speranza di
giungere alla luce del giorno.
D. – Un'esperienza
pasquale...
R. – A mio avviso è un’esperienza veramente
pasquale, della Pasqua di Cristo. Perché questo passaggio dal buio alla luce avviene
esattamente alla mattina, quando si giunge al santuario della Madonna del Divino Amore
per la celebrazione eucaristica. Si entra che è ancora buio, ma quando si esce è spuntato
il sole. Quindi, assistiamo a questo “prodigio”: muore la notte e sorge la luce. Il
giorno per noi è Cristo Signore. La luce è proprio la grazia di Dio con noi e le paure
simboleggiate dalla notte dovrebbero scomparire.