Colombia. Il cardinale Castrillón Hoyos: contatti con le Farc per la liberazione
dei sequestrati
Alla fine di un incontro, ieri, con il presidente della Colombia, Alvaro Uribe, il
cardinale Darío Castrillón Hoyos, ha detto alla stampa locale di aver avuto contatti
telefonici con Alfonso Cano, massimo esponente delle Forze armate rivoluzionarie della
Colombia (Farc) e, al tempo stesso, il porporato ha confermato l’interesse del capo
di Stato per auspicati dialoghi di pace con questo gruppo armato. “Alcuni capi dell’opposizione
armata” - ha detto il cardinale Castrillón Hoyos secondo l’agenzia Efe - “hanno parlato
con me, sono venuti a casa mia e hanno espresso la loro volontà di dialogo”. In concreto
il porporato ha fatto il nome del leader delle Farc, Guillermo León Sáenz, che si
fa chiamare Alfonso Cano, scusandosi perché non ricordava il nome del secondo interlocutore.
E’ noto che la Chiesa colombiana, da diversi mesi, e ultimamente con il plauso del
governo, è impegnata in diverse possibili trattative con la guerriglia, con lo scopo
di mettere fine alla terribile piaga dei sequestri. In concreto, i presuli a più riprese
hanno dichiarato di voler fare tutto il possibile per raggiungere presto la liberazione
di tutte le persone sequestrate, alcune delle quali da parecchi anni. Dopo le dichiarazioni
del porporato alcuni organi di stampa, a conoscenza della posizione di Alfonso Cano,
pubblicata oggi sulla rivista “Cambio”, hanno messo in dubbio la sincerità delle Farc
poiché, scrivono, il leader della guerriglia è “molto duro, radicale e aggressivo”
sia con il presidente Uribe sia con le prospettive di un dialogo. Il direttore della
rivista Rodrigo Pardo ha detto che queste dichiarazioni sono molto lontane “dall’apertura
politica e militare” che Cano aveva lasciato intravedere quando tempo fa assunse la
leadership delle Farc dopo la morte, nel 2008, del suo fondatore, l’anziano Manuel
Marulanda. Secondo Pardo la guerriglia non ha nessuna fiducia nel governo e non si
fida del presidente, soprattutto da quando si parla della possibilità di far sbarcare
in Colombia soldati statunitensi come ha lasciato intravedere lo stesso Alvaro Uribe.
Questo per ora annunciato accordo militare tra Bogotà e Washington è stato, lo scorso
28 luglio, rifiutato con parole molto dure da parte delle Farc che lo ha definito
“un atto di tradimento della patria”. In questo contesto la stampa sottolinea le parole
del cardinale Darío Castrillón Hoyos che testimoniano, dopo il suo incontro con il
presidente, che Alvaro Uribe “lascia le porte aperte al dialogo con lo scopo di raggiungere
un accordo umanitario” sulla liberazione degli ostaggi, da un lato, e dei guerriglieri
incarcerati attualmente. (L.B.)