2009-08-13 15:17:26

Colombia. Il cardinale Castrillón Hoyos: contatti con le Farc per la liberazione dei sequestrati


Alla fine di un incontro, ieri, con il presidente della Colombia, Alvaro Uribe, il cardinale Darío Castrillón Hoyos, ha detto alla stampa locale di aver avuto contatti telefonici con Alfonso Cano, massimo esponente delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) e, al tempo stesso, il porporato ha confermato l’interesse del capo di Stato per auspicati dialoghi di pace con questo gruppo armato. “Alcuni capi dell’opposizione armata” - ha detto il cardinale Castrillón Hoyos secondo l’agenzia Efe - “hanno parlato con me, sono venuti a casa mia e hanno espresso la loro volontà di dialogo”. In concreto il porporato ha fatto il nome del leader delle Farc, Guillermo León Sáenz, che si fa chiamare Alfonso Cano, scusandosi perché non ricordava il nome del secondo interlocutore. E’ noto che la Chiesa colombiana, da diversi mesi, e ultimamente con il plauso del governo, è impegnata in diverse possibili trattative con la guerriglia, con lo scopo di mettere fine alla terribile piaga dei sequestri. In concreto, i presuli a più riprese hanno dichiarato di voler fare tutto il possibile per raggiungere presto la liberazione di tutte le persone sequestrate, alcune delle quali da parecchi anni. Dopo le dichiarazioni del porporato alcuni organi di stampa, a conoscenza della posizione di Alfonso Cano, pubblicata oggi sulla rivista “Cambio”, hanno messo in dubbio la sincerità delle Farc poiché, scrivono, il leader della guerriglia è “molto duro, radicale e aggressivo” sia con il presidente Uribe sia con le prospettive di un dialogo. Il direttore della rivista Rodrigo Pardo ha detto che queste dichiarazioni sono molto lontane “dall’apertura politica e militare” che Cano aveva lasciato intravedere quando tempo fa assunse la leadership delle Farc dopo la morte, nel 2008, del suo fondatore, l’anziano Manuel Marulanda. Secondo Pardo la guerriglia non ha nessuna fiducia nel governo e non si fida del presidente, soprattutto da quando si parla della possibilità di far sbarcare in Colombia soldati statunitensi come ha lasciato intravedere lo stesso Alvaro Uribe. Questo per ora annunciato accordo militare tra Bogotà e Washington è stato, lo scorso 28 luglio, rifiutato con parole molto dure da parte delle Farc che lo ha definito “un atto di tradimento della patria”. In questo contesto la stampa sottolinea le parole del cardinale Darío Castrillón Hoyos che testimoniano, dopo il suo incontro con il presidente, che Alvaro Uribe “lascia le porte aperte al dialogo con lo scopo di raggiungere un accordo umanitario” sulla liberazione degli ostaggi, da un lato, e dei guerriglieri incarcerati attualmente. (L.B.)







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