Gli insegnanti di religione impugneranno la sentenza del Tar
Il ministro dell’istruzione Gelmini ha annunciato che ricorrerà al Consiglio di Stato
contro la sentenza del Tar sulla stessa linea Orazio Ruscica segretario nazionale
dello Snadir, il Sindacato Autonomo degli Insegnanti di Religione, che ribadisce che
la quarta sezione del Tribunale amministrativo del Lazio ha già provato a marginalizzare,
in passato. Massimiliano Menichetti lo ha intervistato:
R.
– Noi ci costituiremo in giudizio e impugneremo la decisione della sezione quattro
del Tar del Lazio, come già abbiamo fatto nel 2007: anche allora abbiamo fatto ricorso
sempre presso questa sezione, che è ostinata; il Consiglio di Stato ha definito “priva
di consistenza” e ha bocciato la decisione della sezione quattro. Ed è la stessa cosa
adesso. La sentenza della sezione quattro non fa altro che dire che chi lavora deve
essere penalizzato: cioè, gli studenti che durante l’anno fanno una materia in più
rispetto agli altri devono vedere poi alla fine dell’anno penalizzato il loro lavoro.
D.
– Ecco: ricordiamo la questione dei crediti formativi che vengono dati a chi frequenta
l’ora di religione: in realtà gli stessi crediti vengono assegnati a chi frequenta
l’ora sostitutiva a quella di religione …
R. – Sì! Non
solo: ma anche la certificazione di uno studio individuale assistito da parte degli
insegnanti. Insomma, nel credito viene valutato sia la religione sia la materia alternativa
sia lo studio individuale assistito e certificato dall’insegnante.
D.
– Quindi non si lede il diritto di libertà e non si lede il principio di laicità?
R.
– No, assolutamente. Qui c’è un’altra confusione. Lo Stato, l’amministrazione, riconosce
un impegno da parte dello studente e dice: tu hai fatto qualcosa durante l’anno? Ti
sei impegnato? Bene, io te lo riconosco.