2009-08-11 14:22:00

“L’Eucaristia ci impegna verso i poveri”. Così, il cardinale Arinze, Inviato Speciale del Papa alla IX Plenaria dei vescovi dell'Asia, a Manila


La centralità dell’Eucaristia e l’attenzione ai poveri: al centro delle parole del cardinale Francis Arinze, Inviato speciale del Papa alla IX Assemblea Plenaria della Federazione delle Conferenze episcopali asiatiche, che si è aperta oggi a Manila. “Vivere l’Eucaristia in Asia” è il tema della Plenaria, che proseguirà fino al 16 agosto. Sulla riflessione del cardinale Arinze nell’omelia della Messa di apertura, ci riferisce nel servizio Fausta Speranza:RealAudioMP3

 
“Nell’incredibile sviluppo economico e tecnologico, l’Asia vede il suo popolo povero e sofferente, oppresso e represso, senzatetto e bisognoso”. Così, il cardinale Arinze invita a considerare il contesto in cui la Chiesa vive nel continente che raccoglie il 60% dell’umanità e che purtroppo è stato colpito da diversi disastri naturali. L’Eucaristia è il bene spirituale della Chiesa ed è un bene che ci trasforma. “Vivere la Santa Eucaristia – dice esplicitamente – significa portare Gesù ai poveri dell’Asia”. “L’Eucaristia ci impegna verso i poveri”. La Beata Madre Teresa di Calcutta e le sue suore “vivono la forza trasformatrice dell’Eucaristia”. E’ questa forza trasformatrice – dice l’Inviato del Papa – che deve spingere a “cercare i modi per aiutare i poveri a uscire dalla loro condizione di povertà e a vivere una vita umana il più possibile degna”. “Dio non vuole – afferma il cardinale Arinze citando la Gaudium et Spes – che alcuni si impossessino delle cose buone di questo mondo, creando un’oasi di godimento ed eccessivo consumo, mentre la maggioranza resta in un deserto di bisogno e di miseria”.

 
L’altro punto centrale messo in luce dal cardinale Arinze è “l’importanza dell’unità della comunione fra il Papa e i vescovi, e poi tra vescovi stessi, sacerdoti, laici, consacrati”. E c’è poi il rapporto con gli altri: “Con altri cristiani che non condividono ancora la piena unità cattolica e con molte altre persone di altre religioni”. In riferimento all’Eucaristia, il cardinale Arinze è chiaro: “La celebrazione eucaristica non è un servizio ecumenico” ma è “una celebrazione che richiede comunione ecclesiastica piena”. Dunque la possibilità di amministrare la Comunione a un cristiano la cui famiglia religiosa non aderisce completamente al cattolicesimo è rara e strettamente subordinata alle condizioni stabilite dalla Chiesa nei suoi documenti ufficiali. Quando si tratta di musulmani, indù, buddisti o fedeli di altri religioni è evidente l’impossibilità della Comunione. Il cardinale Arinze tiene a raccomandare di non invitarli alle celebrazioni senza le dovute spiegazioni. Inoltre sottolinea che “l’evangelizzazione non è proselitismo”.







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