Quito: seminario del Celam sulla difesa dell'ambiente alla luce della "Caritas
in veritate"
Dal 3 all’8 agosto, convocati dal Dipartimento “Giustizia e Solidarietà” del Celam,
si sono incontrati a Quito, Ecuador, i delegati di 18 Conferenze episcopali dell’America
latina e dei Caraibi per riflettere sulle grandi sfide ecologiche e sulla difesa del
Creato. A conclusione del seminario i partecipanti hanno pubblicato un documento per
ribadire l’impegno dei cristiani della regione in difesa dell’ambiente minacciato
da gravi squilibri e abusi che mettono a repentaglio la vita stessa. Tra le preoccupazioni
più urgenti sottolineate: l’effetto serra e le emissioni di gas nocivi e al tempo
stesso il divario che divide poveri e ricchi, due “situazioni che di per sé denunciano
che il modello di vita non è più sostenibile”. Nel ricordare che, tuttora, nonostante
le buone intenzioni, il 25% della popolazione mondiale consuma l’80% delle risorse
del pianeta, i partecipanti sottolineano con la “Caritas in Veritate”: "Cresce la
ricchezza mondiale in termini assoluti, ma aumentano le disparità. Nei Paesi ricchi
nuove categorie sociali si impoveriscono e nascono nuove povertà. In aree più povere
alcuni gruppi godono di una sorta di supersviluppo dissipatore e consumistico che
contrasta in modo inaccettabile con perduranti situazioni di miseria disumanizzante".
Si tratta, osserva il documento, di un “modello falso” perché basato unicamente ed
esclusivamente sulla concezione dell’uomo come “un essere-economico”, quasi fosse
solo una macchina “per produrre o per consumare”. La stessa economia, ricordano, spesso
è concepita per fare uso dell’uomo come una qualsiasi risorsa dei processi produttivi
e non come il centro e il fine ultimo della crescita che, per di più, è proposta soltanto
come aumento dei beni materiali. I partecipanti al seminario inoltre riflettono anche
su altre sfide non meno pressanti come quella dell’accesso all’acqua e ai servizi
sanitari di base così come quella sul cibo, non garantito a oltre un miliardo di persone.
Al riguardo il documento si appella agli insegnamenti di Benedetto XVI nella "Caritas
in Veritate" che scrive: "Il diritto all'alimentazione, così come quello all'acqua,
rivestono un ruolo importante per il conseguimento di altri diritti, ad iniziare,
innanzitutto, dal diritto primario alla vita. È necessario, pertanto, che maturi una
coscienza solidale che consideri l'alimentazione e l'accesso all'acqua come diritti
universali di tutti gli esseri umani, senza distinzioni né discriminazioni [65]. È
importante inoltre evidenziare come la via solidaristica allo sviluppo dei Paesi poveri
possa costituire un progetto di soluzione della crisi globale in atto, come uomini
politici e responsabili di Istituzioni internazionali hanno negli ultimi tempi intuito.
Sostenendo mediante piani di finanziamento ispirati a solidarietà i Paesi economicamente
poveri, perché provvedano essi stessi a soddisfare le domande di beni di consumo e
di sviluppo dei propri cittadini, non solo si può produrre vera crescita economica,
ma si può anche concorrere a sostenere le capacità produttive dei Paesi ricchi che
rischiano di esser compromesse dalla crisi". I partecipanti si congedano ricordando
che si tratta di “sfide che interpellano la voci profetiche delle chiese locali, chiamati
allo sviluppo di una nuova spiritualità (…) che possa essere stimolo e fondamento
per un cambiamento radicale degli stili di vita” in difesa della vita umana, del Creato
e dei beni che Dio ha messo a disposizione di tutti i suoi figli. “Perciò, si osserva,
l’educazione ai valori del Vangelo in ogni tappa dello sviluppo integrale della persona
dovrebbe permettere la trasformazione della mentalità imperante (…) verso atteggiamenti
più sensibili e critici nell'uso dei beni naturali e culturali”. (A cura di Luis
Badilla)