Oggi in Italia la Gazzetta ufficiale pubblica il regolamento per la costituzione delle
cosiddette ‘ronde’. E’ certo il divieto di portare armi (compresi oggetti contundenti
e bombolette con spray urticante), di muoversi con mezzi di trasporto, di fare giri
di ispezione con cani al guinzaglio. Si parla di un massimo di tre persone, con piu'
di 25 anni, ma il ministro Maroni ha annunciato l’abbassamento a 18. Dall’opposizione
pareri negativi. Ferrero del Prc fa appello ai sindaci perché fermino un’iniziativa
che nel migliore dei casi – dice – “produrra' solo guasti e confusione”. Poi c’è la
bocciatura del sindaco di Napoli, Iervolino, che giudica le ronde "inutili e improduttive".
E il parere contrario del sindacato Siulp di Polizia che invita a ricordare “il vero
problema: il taglio di 3 miliardi di euro al comparto difesa-sicurezza delle forze
dell’ordine”. Di cosa può rappresentare l’entrata in vigore delle ronde Fausta
Speranza ha parlato con Marco Tarquinio, editorialista e vicedirettore
di Avvenire: R. – Da un punto
di vista simbolico potremmo dire che segna l’istituzionalizzazione di un sentimento
di diffidenza e di preoccupazione. E’ un momento di passaggio che induce a perplessità
e vigilanza. D. – Nel percorso che c’è stato, dal primo momento
del decreto legge all’interno del pacchetto sicurezza ad oggi, al momento della pubblicazione
sulla Gazzetta ufficiale, dobbiamo dire che qualcosa è stato rivisto… R.
– Sì, qualcosa è stato rivisto. Sembrerebbe, sulla carta, che sia stato sgombrato
il campo dal rischio che si creino strutture di tipo paramilitare. Niente divise,
niente simboli di partito, no alla militanza in un partito per gli aderenti alle associazioni
di volontariato di sicurezza e nessuna retribuzione – questo è importante perché le
risorse devono rimanere destinate alle forze dell’ordine regolari -. Questi sono aspetti
potenzialmente positivi. Tra gli aspetti che invece lasciano ancora perplessi, se
sarà confermato il dato dell’abbassamento dell’età da 25 a 18 anni degli aderenti
a queste associazioni di volontariato di sicurezza, c’è un potenziale di immaturità
delle persone che potrebbero far parte di questi pattugliamenti notturni, partecipare
ad essi, che ci darà da riflettere. D. – Il sindaco di Roma,
Gianni Alemanno, della maggioranza, approva il provvedimento ma raccomanda: “Non parliamo
di giustizia fai da te, non le chiamiamo ronde” e poi dice che vanno contestualizzate
in un contesto di volontariato sociale. Che dire a proposito di questo? R.
– Che possa trattarsi di una forma di volontariato sociale, questo è possibile e sarebbe
anche auspicabile, nella misura in cui un’attività di vigilanza ausiliare che affianca
quella delle forze dell’ordine, ma non la sostituisce in alcun modo, dovesse rivelarsi
un modo per essere responsabili del proprio territorio, allora un’iniziativa di questo
tipo verrebbe guardata con simpatia e con favore. Se invece dovesse trattarsi di una
forma di presa sul territorio, di controllo, con un marcato significato anche politico,
a questo punto dovrebbero essere avanzati di nuovo tutti quei dubbi e quelle perplessità
che erano già state messe in campo. Dovremo cercare di capire bene come queste associazioni
si costituiranno, se saranno cioè associazioni “per” qualcosa, nella tradizione italiana,
o saranno associazioni “contro” qualcosa. Questa sarebbe una rivoluzione negativa
che non possiamo permetterci e non dovrebbe essere tollerata.