Iran. Nuove manifestazioni di piazza per il giuramento del presidente Ahmadinejad
Nel giorno in cui il presidente rieletto Ahmadinejad ha prestato giuramento in Parlamento,
l'opposizione è tornata ieri a far sentire la propria voce, con i leader riformisti
che hanno disertato la cerimonia e con una serie di manifestazioni a Teheran, represse
dalle forze dell'ordine. ''Gli arresti non fermeranno le contestazioni”, ha detto
il capo dell’opposizione, Mussavi, proprio mentre l’opinione pubblica assisteva impotente
all’impiccagione - sempre in Iran - di 24 uomini, condannati per traffico internazionale
di droga.
In questo clima, il secondo mandato di Ahmadinejad ha avuto inizio,
con un discorso in cui il presidente ha detto che le elezioni del 12 giugno hanno
segnato ''l'inizio di importanti cambiamenti in Iran e nel mondo'', ribadendo inoltre
la “resistenza” della Repubblica islamica nei confronti di quelli che ha definito
“Paesi oppressori”. Sulle ragioni di questa nuova presa di distanza dell’Iran rispetto
all’esterno, Giada Aquilino ha intervistato Maria Grazia Enardu, docente di Storia
delle relazioni internazionali all’Università di Firenze: