Celebrata la festa della Trasfigurazione sul Monte Tabor
I cattolici di Galilea, riuniti in preghiera questa mattina nel santuario del Monte
Tabor, hanno festeggiato la solennità della Trasfigurazione nella basilica che si
staglia come un altare sulla Santa Montagna, il Tabor. Alto circa 580 metri e distante
pochi chilometri da Nazareth, è uno dei monti più belli di Galilea e si erge nella
pianura di Esdrelon. Fu teatro nella storia di diverse battaglie e distruzioni, a
partire da quella ricordata nel Libro dei Giudici. Nel santuario, già ieri sera, i
fedeli delle parrocchie greco-cattoliche di Galilea hanno celebrato la solennità della
Trasfigurazione, mentre stamattina alla solenne celebrazione eucaristica, presieduta
dal custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa, e svoltasi in lingua araba,
hanno partecipato molte famiglie e giovani delle parrocchie latine, cui si sono uniti
pellegrini e religiosi. Al termine della Messa, i fedeli si sono recati in processione
al sacello, sito sulla strada di ingresso al santuario, la cappella detta “Descendentibus”,
che ricorda l’ingiunzione del Signore ai discepoli di non raccontare l’accaduto. Questa
Santa Montagna, venerata anche dagli arabi musulmani, è tradizionale meta di pellegrinaggio
fin dai primi secoli dell’era cristiana, quando vi sorsero piccoli romitaggi. Qui
Sant’Elena fece edificare una chiesa dedicata alla Trasfigurazione con due cappelle
ai profeti Mosè ed Elia, che si conservano anche nella Chiesa attuale. Nella maestosa
basilica, costruita su disegno dell’architetto Barluzzi, su resti bizantini e crociati,
e consacrata nel 1924, ricorre quest’anno un secolo dalla posa della prima pietra,
che avvenne nel VII centenario della venuta di San Francesco d’Assisi in Terra Santa.
(Dal Monte Tabor, Sara Fornari)