Burundi: appello dei vescovi per elezioni trasparenti e pacifiche
Chiedono “una legge elettorale che preservi la pace, la trasparenza e un voto senza
brogli” i vescovi del Burundi, preoccupati da un clima politico teso in vista di elezioni
generali programmate per l’anno prossimo. “Temiamo che la popolazione possa non essere
totalmente libera di esprimere le proprie scelte, considerati gli atti di intimidazione
già subiti e il gran numero di armi tuttora illegalmente detenute nel Paese”, hanno
scritto i vescovi in una lettera pastorale diffusa in tutte le parrocchie burundesi
e ripresa dalla Misna. I presuli hanno invitato i cittadini a “chiedersi se i dirigenti
eletti nel 2005 hanno mantenuto le promesse elettorali, in particolare nell’ambito
dei diritti umani, della sicurezza, della gestione del bene comune…”. Il dibattito
sul nuovo codice elettorale ha fatto molto scalpore in seno al Consiglio dei ministri
nelle ultime settimane: cinque ministri del Fronte per la democrazia in Burundi (Frodebu,
all’opposizione) hanno rassegnato le dimissioni in segno di protesta contro un testo
che, sostengono, favorisce il solo partito presidenziale; dello stesso parere sono
altre formazioni e parte della società civile. Dopo gli accordi di pace di Arusha
(2000) e un periodo di transizione, nel 2005 è stato democraticamente eletto alla
presidenza Pierre Nkurunziza del Consiglio Nazionale per la Difesa della Democrazia-Forze
per la Difesa della Democrazia (Cndd-Fdd), principale ramo della ribellione armata
convertito in partito politico. (S.G.)