"Russi e ucraini popoli fratelli". L'appello alla pace del Patriarca di Mosca Kirill
“Oggi la mia ardente preghiera è che i fratelli non si guardino mai attraverso il
mirino di un'arma da fuoco, che non sollevino mai la mano gli uni verso gli altri.
Niente separa i fratelli tanto quanto il sangue versato”: questo è l'appello lanciato,
domenica scorsa, a russi e a ucraini, dal Patriarca di Mosca Kirill, in visita a Sebastopoli,
la città della Crimea che ospita le flotte navali delle due ex repubbliche sovietiche.
Kirill ha invitato le due nazioni a evitare qualsiasi conflitto armato e a cooperare
pacificamente. Kirill – si legge sull’Osservatore Romano – si è recato a Sebastopoli
per commemorare il santo profeta Elia, del quale ricorreva la festa, nella cattedrale
di San Vladimiro dove, secondo la tradizione, fu battezzato il principe Vladimiro,
artefice della successiva evangelizzazione del principato russo di Kiev. Nel suo sermone,
il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie ha invitato i presenti a pregare il Signore
affinché “dia alla nazione la forza di preservare l'unità spirituale, di custodire
la fede ortodossa, con i suoi tesori e valori spirituali”. Dopo la Divina liturgia,
Kirill si è rivolto ai rappresentanti, russi e ucraini, della flotta di stanza a Sebastopoli
ringraziandoli per il loro lavoro: “La nostra fede - ha detto - è il solo vincolo
spirituale che unisce i popoli al di là delle frontiere politiche e delle nazionalità”.
Dopo Sebastopoli, annullando gli appuntamenti in Ucraina occidentale, per motivi di
sicurezza - la regione è abitata in gran parte da ortodossi fedeli al Patriarcato
di Kiev che proclama la sua autonomia da Mosca – le autorità hanno fatto rientrare
Kirill nella capitale. (S.G.)