“Lascia il Paese al più presto o preparati a morire”. Questa la minaccia rivolta a
numerosi sacerdoti cattolici presenti in Nepal da indù fondamentalisti, non identificati.
Padre Pius Perumana, responsabile del Centro Pastorale Vianney a Godavari, contattato
da "AsiaNews", ha raccontato che, nei giorni scorsi, ignoti - per telefono - gli hanno
dato un mese di tempo per lasciare il Nepal, se non vuole subire gravi conseguenze.
Il sacerdote ha presentato denuncia, ma non risulta che le autorità abbiano adottato
alcuna misura di protezione per il Centro pastorale. L’uomo ha detto di appartenere
all’Esercito per la difesa del Nepal, gruppo estremista indù guidato da R.K. Mainali,
sospettato di essere responsabile dell’assassinio di padre John Prakash e della bomba
alla Chiesa dell’Assunzione a Kahtmandu del 23 maggio per la quale è stata arrestata
una donna membro del gruppo. Stesse minacce sono state rivolte a frate Benjamin Pampackel,
superiore della Scuola cattolica Don Bosco a Lubhu, ad appena 8 chilometri da Kathmandu,
e a padre Lawrence Manivar, che lavora presso la Scuola San Saverio. Padre George
Padingarakudyil è il parroco della Chiesa dell’Assunzione, dove a maggio una bomba
ha causato morti e feriti, al momento non ha ricevuto minacce, ma sottolinea che dall’attentato
la chiesa è sorvegliata dalla polizia armata. E aggiunge: “Da allora il numero dei
fedeli assidui non è diminuito, né è venuta meno la loro fede. Molti hanno superato
il trauma tramite la fede”. La preoccupazione tra i fedeli, tuttavia, rimane alta,
anche perché si ha notizia che anche i protestanti hanno ricevuto minacce per cui
sono già state avviate delle indagini”. (S.G.)