L’uomo e il suo anelito all’infinito al centro di "Tonalestate 2009". Tra i relatori
il cardinale Re che si sofferma con noi sul tema dell'iniziativa
L’uomo e il suo cammino tra bene e male sono al centro della decima edizione di Tonalestate,
che ha preso il via oggi, come ogni anno, al Passo del Tonale in provincia di Trento.
Una kermesse di incontri e dibattiti sulle potenzialità dell’uomo, a 200 anni dalla
nascita di Darwin. Vedrà fino al 7 agosto la partecipazione di uomini di cultura e
di Chiesa. Tra questi, nella giornata di oggi, il cardinale Giovanni Battista Re,
prefetto della Congregazione per i vescovi; il gesuita Marc Leclerc dell’Università
Gregoriana e lo scrittore e critico letterario messicano Julio Hubart. Titolo di Tonalestate
2009 è l’espressione di Dante: “Come l’uomo s’etterna?” che è anche lo spunto
della riflessione del cardinale Giovanni Battista Re, nell’intervista di padreDavid Gutierrez del programma spagnolo della nostra emittente:
R. - Dante
quando incontra il suo maestro, Brunetto Latini, suo grande professore, grande maestro,
ha parole di grande apprezzamento per l’insegnamento ricevuto e come lode al suo maestro
gli dice: lei mi ha insegnato come l’uomo s’etterna, cioè come l’uomo diventa eterno.
Dante lì, probabilmente, intendeva sottolineare che resterà nei secoli il ricordo,
la fama. L’uomo è un essere fragile, è un essere piccolo ma è un uomo anche grande,
grande per l'intelligenza e per la libertà, per essere stato fatto da Dio a Sua immagine
e somiglianza. Io vorrei parlare dell’uomo che ha attese e aspirazioni che vanno al
di sopra di sé, che vanno in alto; attese e aspirazioni che nessuna realtà terrena
può pienamente soddisfare. Citerò anche Pascal che dice che "l'uomo supera se stesso"
proprio per questo elemento spirituale che c’è nell’uomo.
D.
– Eminenza, oggi è il 4 di agosto, memoria di San Giovanni Maria Vianney. Un suo pensiero
su questo grande Santo, ricordando che il Papa ha indetto l’Anno Sacerdotale…
R.
– Una volta mentre stava per arrivare ad Ars, e stava andando a piedi perché era l’unico
modo per raggiungere la piccola parrocchia, incontrò un ragazzo e gli domandò la strada.
Questo ragazzo, dopo avergli indicato anche una scorciatoia che portava ad Ars, disse
di essere di Ars e allora il futuro Curato d’Ars disse a quel ragazzo: "Grazie tu
mi hai indicato la strada che porta ad Ars, io che d’ora in poi sarò il tuo parroco
ti indicherò la strada per il cielo, ti indicherò il cammino che porta alla salvezza
eterna". Una frase che esprime bene tutta la tensione della vita di questo Santo sacerdote
che ha fatto della Chiesa la casa in cui viveva. Andava in chiesa al mattino prima
che sorgesse il sole e passava la sua giornata in chiesa, i primi anni a pregare a
lungo e dopo a confessare. Ma è stato un Santo anche attivo, perché ha fondato opere
sociali, una in favore di un orfanotrofio e si è preoccupato di formare le persone
che sarebbero state le educatrici in tale orfanotrofio. Ha anche promosso iniziative
a favore delle missioni e delle famiglie povere. La sua attività ha avuto anche una
dimensione sociale, ma soprattutto è stata un’attività religiosa, un’attività strettamente
sacerdotale.