La bellezza vincerà il male e l'oscurità del mondo se avremo fede nel bene: così il
Papa al termine del concerto a Castel Gandolfo
La bontà e la bellezza della Creazione di Dio sconfiggeranno le devastazioni del mondo:
è quanto ha detto ieri sera il Papa al termine del concerto eseguito in suo onore,
nel Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, dall’Orchestra da Camera
bavarese di Bad Bruckenau diretta dall’oboista Albrecht Mayer. Il programma ha previsto
musiche di Bach, Mozart e Britten. Il servizio di Sergio Centofanti.
(musica)
Il
Papa, parlando in tedesco, ha espresso il proprio grazie ai musicisti, scusandosi
perché per la prima volta non ha potuto applaudire con vigore “dopo un concerto così
bello”, a causa del piccolo incidente alla mano destra. Ha manifestato quindi la
sua meraviglia per il fatto che da un semplice pezzo di legno, come l’oboe, possa
fluire "un intero universo di musica: l'insondabile e il gioioso, il serio e il faceto,
il grandioso e l'umile", rilevando quanto sia "magnifico che in un piccolo pezzo
creativo si nasconda una tale promessa, che il maestro può liberare”:
“Und
das bedeutet…” “E ciò significa – ha aggiunto - che tutta la creazione
è colma di promesse e che l'uomo riceve il dono di sfogliare questo libro di promesse
almeno per un po’” usando non solo le forze della ragione ma anche quelle del cuore
per andare a cercare “le promesse più profonde”.
Ha
poi descritto il fascino delle musiche ascoltate con la capacità quasi evangelica
dei compositori di “tirar fuori dai loro tesori il vecchio e il nuovo” portando a
nuova luce le potenzialità di quanto già era stato donato. “Un’ora di paradiso” -
ha definito quindi la serata concertistica – che ha permesso di gustare “la bellezza
incorrotta e il bene della creazione”:
“Und es
ist nicht eine Flucht…” “E questa – ha detto - non è una fuga dalla
miseria di questo mondo e della quotidianità, perché possiamo continuare a contrastare
il male e le tenebre solo se noi stessi crediamo nel bene e possiamo credere nel bene
soltanto se lo sperimentiamo e lo viviamo come realtà”.
Il
Papa infine ha rivolto ai presenti alcune parole a braccio in italiano: "Cari
amici, ho parlato in lingua tedesca, perché i musicisti e la gran parte dei partecipanti
sono tedeschi. Purtroppo dopo gli avvenimenti della torre di Babele le lingue ci separano,
creano barriere. Ma in questa ora abbiamo visto e sentito che c'è una parte indistrutta
del mondo, anche dopo la torre e la superbia di Babele, ed è la musica: la lingua
che noi possiamo tutti capire, perché tocca il cuore di noi tutti. Questo per noi
non è solo una garanzia che la bontà e la bellezza della creazione di Dio non sono
distrutte, ma che noi siamo chiamati e capaci di lavorare per il bene e per il bello,
e sono anche una promessa che il mondo futuro verrà, che Dio vince, che la bellezza
e la bontà vincono”. La musica è dunque “consolazione”
e “conforto” nella fatica di ogni giorno – ha concluso il Papa - e di questo non
si può non essere grati ai musicisti.