2009-08-01 15:27:46

Si è spenta Corazon Aquino. Il Papa: donna di profonda fede e coraggio impegnata per la libertà del popolo filippino


L'ex presidente delle Filippine Corazon Aquino è morta nella tarda serata di ieri a Manila: aveva 76 anni. Ad annunciarlo è stato suo figlio, il senatore Benigno Aquino: “Nostra madre è spirata in pace - ha detto - Avrebbe voluto ringraziare ognuno di voi per tutte le preghiere e il continuo sostegno ricevuto”. Il Papa, da parte sua, si è detto “profondamente addolorato” nell’apprendere la notizia. In un telegramma di cordoglio, inviato a firma del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone all’arcivescovo di Manila, il cardinale Gaudencio Rosales, Benedetto XVI ricorda “l’impegno coraggioso” di Corazon Aquino “per la libertà del popolo filippino, il suo fermo rifiuto della violenza e dell’intolleranza e il suo contributo per la ricostruzione di un ordine politico giusto e coeso nella sua amata patria”. Il Papa assicura quindi le sue preghiere per la statista scomparsa definendola "donna di profonda e incrollabile fede”. Il servizio di Virginia Volpe:RealAudioMP3
 
Ricoverata in ospedale a Manila, "Cory" Aquino, come veniva affettuosamente chiamata, era malata da tempo di cancro al colon e ultimamente aveva rifiutato di sottoporsi ad un altro ciclo di chemioterapia. Durante la malattia, alcune settimane fa, Benedetto XVI le aveva già espresso la sua “spirituale vicinanza” e assicurato la sua preghiera. La signora Aquino si era detta “profondamente confortata” dalle parole del Pontefice. L’attuale presidente delle Filippine, Gloria Macapagal Arroyo, da Washington dove si trova in visita di Stato, ha proclamato dieci giorni di lutto nazionale. Il cardinale Gaudencio Rosales, arcivescovo di Manila, ha esortato l’intera nazione a fare una “pausa di preghiera per ringraziare Dio per la Presidente Aquino”. “Non è stata solo la Presidente che ha restituito alle Filippine la libertà e la democrazia che avevano perso – ha continuato – ma è stata anche un esempio di guida onesta per i cittadini che cercavano di uscire da un periodo crudele di scompiglio politico”. Anche l’arcivescovo di Jaro mons. Angel Lagdameo, presidente della Conferenza Episcopale delle Filippine, ha espresso la vicinanza di tutti i vescovi del Paese alla famiglia e all’intera nazione per “la morte di una grande donna”. Corazon Aquino ha guidato le Filippine dal 1986 al 1992 dopo la caduta del regime di Ferdinand Marcos riportando la democrazia nel Paese. Il suo ingresso in politica avvenne dopo l'assassinio nel 1983 del marito, Benigno Aquino, impegnato a favore della libertà. Corazon Aquino è stata la prima donna presidente nella storia dell'Asia.
 
E sulla figura emblematica di Corazon Aquino, Stefano Leszczynski ha intervistato Paolo Affatato dell’Osservatorio Asia Major:RealAudioMP3

R. – La Aquino ha segnato una svolta in quanto ha effettivamente restaurato la democrazia; sotto la sua presidenza è stata riscritta la Costituzione; ha preparato un accordo con la guerriglia e i movimenti musulmani nel sud; ha ristabilito una pace sociale ed ha dato un impulso all’economia, che hanno a buon diritto introdotto le Filippine tra quegli Stati del sud-est asiatico che hanno potuto svilupparsi e svolgere un ruolo di sempre maggior importanza nello scacchiere del sud-est.
 
D. – La Aquino si era anche fatta portatrice di valori molto importanti nelle Filippine, in particolare ha sempre combattuto una lotta molto dura contro la corruzione…
 
R. – Parlare di corruzione nelle Filippine significa toccare un tasto davvero dolente. La Aquino ha sempre avuto questo sguardo, forte anche grazie a valori etici che professava nella sua nota fede cattolica, molto radicata, e che ha anche guidato il suo impegno politico. La Aquino non ha avuto peli sulla lingua, quando ha avuto il coraggio di denunciare episodi di corruzione e di richiamare alla necessità di una trasparenza nella pubblica amministrazione, che è il preludio di qualsiasi sviluppo economico e politico di un Paese.
 
D. – Il rammarico per la scomparsa della ex presidente Aquino è arrivato anche dagli Stati Uniti, ed è stato espresso da diversi capi di Stato…
 
R. – Sul finire della dittatura di Marcos fu proprio l’amministrazione americana di Reagan a spingere per la candidatura della Aquino e ad appoggiare quella che è stata la rivoluzione non violenta. Quindi gli Usa appoggiarono una nuova stagione di democrazia nelle Filippine; il rapporto fra gli Stati Uniti e le Filippine è tutt’ora molto saldo perché le Filippine sono un punto di riferimento per il posizionamento strategico degli Stati Uniti nel sud-est asiatico.
 
D. – Sono stati programmati dieci giorni di lutto nazionale per la perdita di un personaggio così importante; come la vedeva la gente comune?
 
R. – Sicuramente un punto di riferimento. Era ancora oggi una persona molto ascoltata. Le Filippine le dedicano sì dieci giorni di lutto, ma non solo: vorrei ricordare che la sua figura diventerà oggetto di un corso di studi che in particolare gli istituti cattolici nelle Filippine proporranno agli allievi per ricordare il suo contributo al ritorno della democrazia. E’ una figura nazionale d’importanza storica, che resterà sicuramente nei cuori della popolazione filippina anche per le generazioni future.







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