Mons. Paglia: è una martire la donna uccisa in Corea del Nord per aver distribuito
Bibbie
La coreana Ri Hyon-ok e la sua famiglia sono un modello di impegno nella diffusione
della Parola di Dio e nell'apostolato biblico. E' quanto scrive in una lettera mons.
Vincenzo Paglia, vescovo di Terni e presidente della Federazione Biblica Cattolica,
in merito a quanto accaduto in Corea del Nord, il 16 giugno scorso, quando la signora
Ri Hyon-ok, di 33 anni, sposata e madre di tre figli è stata giustiziata dal regime
con l’accusa di aver “distribuito Bibbie”. Il marito e i tre figli, il giorno dopo
l’esecuzione, sarebbero stati rinchiusi, secondo l’agenzia Zenit, in un campo di detenzione
vicino alla città di Hoeryong presso la frontiera con la Cina. “Cari amici, questa
donna oggi sta davanti a tutti noi come una 'martire' dell’apostolato biblico. Lei
è morta per donare la Bibbia”, si legge nella lettera resa nota dalla segreteria della
Federazione Biblica Cattolica. “E’ un esempio per noi che – come scrive la Lettera
agli Ebrei - 'non abbiamo resistito sino al sangue' (cfr Eb 12, 4)”, continua il presule.
“Ho sentito il bisogno di comunicarvi questa testimonianza – scrive mons. Paglia –
perché ci aiuta a riscoprire quella forza interiore che sola può sostenere il nostro
lavoro”. “Negli anni passati altri due cristiani sono stati uccisi perché distribuivano
Sacre Scritture, uno in Turchia e l’altro a Gaza”, continua. “Certo, possiamo domandarci:
quale minaccia rappresenta una Bibbia? Eppure la Bibbia rappresenta una parola diversa
che sgretola ogni totalitarismo”. “Cari amici – conclude - il martirio di Ri Hyon-ok
ci rafforzi nella fede”. (V.V.)