2009-07-30 15:45:23

Presentata a Roma la Mostra del Cinema di Venezia


Film italiani e film americani si contendono visibilità e premi alla Mostra veneziana, presentata questa mattina a Roma non senza tensioni e proclami per lo stato di disagio in cui versano la cultura e l’arte italiane soggette alle turbolenze economiche e politiche. Simbolo potrebbe essere un Lido che comincerà ad essere logisticamente difficile per i lavori che da qui al 2011 interesseranno pubblico e partecipanti in vista del nuovo Palazzo del Cinema e di altre strutture, tentativo di modernizzare un luogo e una manifestazione soggetta a non poche rivalità e concorrenze. Ma il programma delle pellicole, distribuito nelle tradizionali sezioni e nella rinata Controcampo italiano voluta dal Direttore Marco Müller per rilanciare e dare visibilità al nostro cinema in crisi spesso anche di idee, è di spessore e curiosità, immancabilmente di classe, per una Mostra prima di tutto d’arte. “I film che cerchiamo – ribadisce lo stesso Müller – non devono avere altri vessilli che la bellezza, il piacere dell’invenzione, quella firmata, che non “scade” con il succedersi delle mode, film che sono sinonimi di invenzione, pace, libertà, in grado di dare allo spettatore piacere, integrità, amore per il particolare e spinta verso l’altro da sé”. Si troveranno tracce di tutto questo nei 75 lungometraggi di cui ben 71 in prima mondiale, a cominciare dal titolo inaugurale, affidato all’atteso e costoso Baarìa di Giuseppe Tornatore. Ma gli autori di rango internazionale sono tanti: Chérau, Akin, Herzog, Rivette, Tsukamoto, il cui percorso la Mostra ha spesso accompagnato, mettendo in valore i loro film per assicurare un mercato e l’arrivo certo nelle sale. Così come sono interessanti due outsider in concorso che evidenziano tenori nuovi e attenzione ai generi anche popolari, come l’ultimo e spesso irriverente documentarista americano Michael Moore (per la prima volta a Venezia), che dedica all’economia le sue attenzioni e, assoluta novità, un vero horror, quello dedicato dal maestro George Romero ai tradizionali morti viventi. Mentre la chiusura è affidata addirittura al primo kolossal di fantascienza cinese, Chengdu, I Love You di Fruit Chan e Cui Jian. E sarà davvero molto interessante seguire l’opera della regista austriaca Jessica Hausner dedicata a Lourdes, ai suoi misteri e alla sua sacralità. Piccoli oggetti preziosi li troviamo nelle sezioni meno visibili: la danza dell’Opéra di Parigi, ad esempio, o la tormentata e profonda anima russa di Aleksander Sokurov. Il cinema, comunque, continua ad essere vivo, forte, a parlarci in maniera efficace del presente, in quelle sue molteplici sfaccettature che danno sempre alla Mostra molti degli argomenti trattati dagli autori e dalle loro opere. E una attenzione alla storia: la riscoperta, di grande importanza, tra i film di dopoguerra, è il documentario pacifista su Pio XII sceneggiato da Diego Fabbri e Cesare Zavattini, Guerra alla guerra, restaurato dalla Cineteca Nazionale e dalla Filmoteca Vaticana, che così proprio alla Mostra veneziana inizia i festeggiamenti per il 50° anniversario della sua fondazione. (A cura di Luca Pellegrini)RealAudioMP3







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