Il cardinale Bertone incontra gli ex allievi delle Figlie di Maria Ausiliatrice
"Le mani nel mondo, le radici nel cuore": uno stile di servizio che da cento anni
caratterizza la testimonianza dell'Associazione mondiale ex allievi ed ex allieve
delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Il motto ha caratterizzato tutte le manifestazioni
che dall'8 marzo dello scorso anno a Torino, si sono poi moltiplicate in varie parti
del mondo per celebrare il primo centenario di fondazione. Martedì la celebrazione
conclusiva, presieduta dal cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, all'altare
della cattedra della Basilica Vaticana. Il porporato nell'omelia, riferendosi proprio
allo slogan, non solo ne ha sottolineato la perfetta rispondenza all'eredità spirituale
di san Giovanni Bosco e di santa Maria Domenica Mazzarello per i loro figli ma ha
anche posto in evidenza quanto il mondo abbia bisogno di mani che lavorano e di un
cuore che ispiri. "Le mani - ha detto - sono le vostre mani, che si stendono per abbracciare
e servire chi è nel bisogno - soprattutto bambini e ragazzi affamati, abusati, indifesi
-; mani che si stringono in una catena ininterrotta di solidarietà e di amore a difesa
dei diritti. Mani spinte da un cuore ancorato alle radici della spiritualità salesiano-mornesina,
pronte ad accogliere gli altri con una apertura d'animo rassicurante". Dopo aver sottolineato
la corrispondenza con il brano del Vangelo delle Nozze di Cana, proclamato poco prima,
il cardinale ha chiesto una rinnovata testimonianza nel mondo, soprattutto accanto
ai giovani sottoposti ad ogni tipo di stimoli negativi. "Secondo il carisma che ci
contraddistingue - ha esortato i presenti - impegnatevi a diffondere e testimoniare
il Vangelo condividendo e privilegiando l'impegno per l'educazione della gioventù.
L'inderogabile necessità della formazione dei giovani esige che a essa venga riservata
un'attenzione prioritaria, mediante metodi appropriati e con la dedizione illuminata
e generosa" che fu propria di don Bosco e di santa Maria Domenica Mazzarello. Oggi,
i giovani "sono in preda a sfide, ignote ad altre epoche, come la droga, la violenza,
il terrorismo, l'immoralità di molti mezzi di comunicazione sociale". Una missione
particolarmente impegnativa che richiede di lavorare uniti, anche perché "La comunione
non è mai diminuzione di identità dei singoli o dei gruppi, ma è l'espressione più
genuina della loro autenticità di origine e di missione. L'identità allora si misura
sulla comunione che la fa crescere con le ricchezze dell'interscambio e della corresponsabilità".
Concludendo l'omelia il segretario di Stato ha invitato "a focalizzare lo sguardo
su Maria, imparando da Lei a essere sempre in ascolto e attenti alle necessità degli
altri, pronti a collaborare con il Signore per il bene delle anime. Da Maria - ha
detto - impariamo anche a fidarci di Cristo in ogni situazione, animati dalla speranza
evangelica". (V.V.)