2009-07-30 15:40:34

Il cardinale Bertone incontra gli ex allievi delle Figlie di Maria Ausiliatrice


"Le mani nel mondo, le radici nel cuore": uno stile di servizio che da cento anni caratterizza la testimonianza dell'Associazione mondiale ex allievi ed ex allieve delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Il motto ha caratterizzato tutte le manifestazioni che dall'8 marzo dello scorso anno a Torino, si sono poi moltiplicate in varie parti del mondo per celebrare il primo centenario di fondazione. Martedì la celebrazione conclusiva, presieduta dal cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, all'altare della cattedra della Basilica Vaticana. Il porporato nell'omelia, riferendosi proprio allo slogan, non solo ne ha sottolineato la perfetta rispondenza all'eredità spirituale di san Giovanni Bosco e di santa Maria Domenica Mazzarello per i loro figli ma ha anche posto in evidenza quanto il mondo abbia bisogno di mani che lavorano e di un cuore che ispiri. "Le mani - ha detto - sono le vostre mani, che si stendono per abbracciare e servire chi è nel bisogno - soprattutto bambini e ragazzi affamati, abusati, indifesi -; mani che si stringono in una catena ininterrotta di solidarietà e di amore a difesa dei diritti. Mani spinte da un cuore ancorato alle radici della spiritualità salesiano-mornesina, pronte ad accogliere gli altri con una apertura d'animo rassicurante". Dopo aver sottolineato la corrispondenza con il brano del Vangelo delle Nozze di Cana, proclamato poco prima, il cardinale ha chiesto una rinnovata testimonianza nel mondo, soprattutto accanto ai giovani sottoposti ad ogni tipo di stimoli negativi. "Secondo il carisma che ci contraddistingue - ha esortato i presenti - impegnatevi a diffondere e testimoniare il Vangelo condividendo e privilegiando l'impegno per l'educazione della gioventù. L'inderogabile necessità della formazione dei giovani esige che a essa venga riservata un'attenzione prioritaria, mediante metodi appropriati e con la dedizione illuminata e generosa" che fu propria di don Bosco e di santa Maria Domenica Mazzarello. Oggi, i giovani "sono in preda a sfide, ignote ad altre epoche, come la droga, la violenza, il terrorismo, l'immoralità di molti mezzi di comunicazione sociale". Una missione particolarmente impegnativa che richiede di lavorare uniti, anche perché "La comunione non è mai diminuzione di identità dei singoli o dei gruppi, ma è l'espressione più genuina della loro autenticità di origine e di missione. L'identità allora si misura sulla comunione che la fa crescere con le ricchezze dell'interscambio e della corresponsabilità". Concludendo l'omelia il segretario di Stato ha invitato "a focalizzare lo sguardo su Maria, imparando da Lei a essere sempre in ascolto e attenti alle necessità degli altri, pronti a collaborare con il Signore per il bene delle anime. Da Maria - ha detto - impariamo anche a fidarci di Cristo in ogni situazione, animati dalla speranza evangelica". (V.V.)







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