Aborti in calo in Italia? I dubbi dei movimenti pro-vita
Tra le italiane è davvero in diminuzione il numero degli aborti? Se lo chiede il Movimento
per la Vita all’indomani della diffusione da parte del Ministero della Salute della
relazione sull’attuazione della legge 194. Il documento stima gli aborti clandestini
intorno ai 15mila nel 2005 e descrive un calo delle interruzioni volontarie di gravidanza
anche tra le minorenni; inoltre si attesta un aumento dei medici obiettori di coscienza.
Intanto l’associazione Scienza e Vita chiede rigore, prudenza e trasparenza all’Aifa,
agenzia italiana del farmaco, che oggi dovrebbe esprimersi sulla commercializzazione
della pillola abortiva Ru 486. Ma torniamo ai dati sul calo degli aborti in Italia
diffusi ieri. Paolo Ondarza ne ha parlato con Lucio Romano, presidente
di Scienza e Vita:
R. – Per
quanto riguarda il dato statistico, è evidente che noi riscontriamo una riduzione,
per quanto riguarda il numero totale delle interruzioni volontarie di gravidanze.
Ma se noi andiamo ad analizzare questi dati con altre variabili, dovremmo prendere
in considerazione anche la diffusione sul territorio nazionale, oramai da diversi
anni, della cosiddetta “pillola del giorno dopo” che noi sappiamo venduta in circa
400 mila confezioni, nell’ultimo anno, e che vuol significare, soprattutto per una
molteplicità di donne, un’azione di ordine abortivo.
D.
– Secondo la relazione, invece, gli aborti sono in aumento tra le immigrate …
R.
– Certamente le immigrate sono le più esposte, vale a dire che hanno difficoltà di
accesso al Servizio sanitario nazionale.
D. – Si
parla, sempre nella relazione, di una diminuzione degli aborti clandestini …
R.
– Potremmo dire che per definizione l’aborto clandestino di per sé è difficile da
poter quantificare …
D. – La relazione indica il
numero degli aborti e non quello dei vivi sottratti all’aborto …
R.
– Noi non abbiamo alcuna conoscenza di quante donne siano state dissuase dall’interrompere
la gravidanza, il che vorrebbe significare un monitoraggio dell’attività consultoriale
e significare un consultorio, quindi, che non sia semplicemente di ratifica, ma di
costruzione di un percorso di tutela e dignità della vita in aiuto della donna stessa.
D.
– Per fare qualche numero, il Movimento per la Vita quante vite ha salvato?
R.
– Oltre 100 mila negli ultimi anni; è quindi un dato estremamente importante perché
vuol significare un aiuto tangibile, concreto, a tutela e difesa della vita.
D.
– Va sottolineato un dato positivo, che è quello dell’aumento – tra i medici – del
ricorso all’obiezione di coscienza per quanto riguarda l’aborto …
R.
– E’ un’assunzione di responsabilità. Però, non dobbiamo nascondere che all’interno
di questo numero piuttosto significativo potrebbe essere anche presente un numero
di medici che ricorrono all’obiezione di coscienza per ragioni di utilità e di impegno
assistenziale presso le diverse strutture ospedaliere.
D.
– Nonostante la proposta italiana all’Onu di una moratoria sull’aborto, in Italia
una coscienza pro vita nel senso pieno del termine ancora manca, tanto che si attende
– a breve – il pronunciamento dell’Aifa, Agenzia italiana del farmaco, sulla diffusione
negli ospedali della pillola abortiva Ru486 …
R.
– Rappresenterebbe una privatizzazione dell’aborto e l’abbandono nella solitudine
della donna stessa. Nel 95-98% dei casi, l’aborto avviene non in una struttura ospedaliera,
ma a casa. Il che contraddirebbe la stessa legge 194 del 1978 che ritiene, appunto,
che la donna esplichi tutte le procedure per interrompere la gravidanza presso una
struttura sanitaria, ma direi che si diffonde una cultura della banalizzazione dell’aborto
dove è sufficiente una compressa per dar luogo all’interruzione stessa. Ecco perché
abbiamo rivolto un appello all’Agenzia italiana del farmaco, chiedendo rigore, chiedendo
prudenza e chiedendo la pubblicizzazione di tutti i dati in modo tale che il tutto
sia trasparente e venga presentato all’opinione pubblica, per quanto riguarda le motivazioni
scientifiche, che potrebbero indurre l’Aifa a ratificare l’uso della Ru486 nell’ambito
dell’aborto e presso le strutture ospedaliere.