Non si fermano le violenze contro i cattolici in Vietnam. Un uomo di Dong Hoi è stato
arrestato ieri dalla polizia mentre gruppi di teppisti (alle dipendenze delle forze
dell’ordine) gridavano minacce di morte contro i fedeli. La città di Dong Hoi si
trova a circa 500 km a sud di Hanoi e secondo i fedeli il governo locale (che si trova
a Quang Binh) ha dichiarato la zona “senza cattolici”, anche se ci vivono almeno tremila
fedeli. Padre Vo Thanh Tam, segretario del collegio presbiterale della diocesi di
Vinh (a cui appartiene Dong Hoi) ha confermato che diversi cattolici sono stati arrestati
nei giorni scorsi e che ieri “il signor Nguyen Cong Ly è stato arrestato. La sua casa
è spesso usata dai fedeli per servizi liturgici”. Nella zona infatti non vi sono chiese
e l’unica è quella di Tam Toa, in rovine, che il governo vuole usare come “memoriale”
della guerra contro gli Usa. Altre fonti dicono che la zona sta per essere usata per
costruire un villaggio. Secondo testimoni sentiti dall’agenzia AsiaNews, la polizia
e gruppi di teppisti girano per le strade e picchiano coloro che hanno simboli religiosi
cattolici. Nelle scorse settimane un gruppo di fedeli ha cercato di riparare le rovine
di Tam Toa, ma sono stati fermati dalla polizia, picchiati in modo selvaggio e arrestati.
Per chiedere la loro liberazione nella diocesi di Vinh, a Saigon (Ho Chi Minh City),
ad Hanoi e in altre città sono avvenute imponenti manifestazioni di cattolici. Subito
dopo l’incidente di Tam Toa, centinaia di famiglie di fedeli sono fuggiti da Dong
Hoi, per trovare rifugio a Ha Tinh e Nghe An (anch’esse nella diocesi di Vinh). Intanto
gli oltre 600 media statali hanno cominciato una campagna di disinformazione contro
i cattolici di Tam Toa, chiedendo la loro condanna e aizzando all’odio verso i cattolici.
(V.V.)