Bolivia: messaggio conclusivo del Congresso nazionale dei catechisti
“Nulla e nessuno ci separi da Cristo”, è il titolo del messaggio conclusivo del V
Congresso nazionale di catechisti boliviani che si è svolto dal 22 al 25 luglio nella
città di Cochabamba per riflettere, in particolare, sulle sfide e le risposte da dare
alla Missione continentale in corso in tutta l’America Latina, e ovviamente in Bolivia
dove le attività pastorali ormai vanno avanti da oltre tre mesi. I partecipanti dichiarano
di sentirsi “partecipi, con speranza e allegria, di una Chiesa missionaria, profetica
e comunitaria” al servizio, sempre, della vita e del “processo di cambiamenti” che
coinvolge il popolo boliviano. I catechisti boliviani, che si definiscono “uomini,
donne, giovani e adolescenti che nell’ambito rurale e urbano lavorano nell’annuncio
dell’incontro personale con Gesù Cristo”, forti di questa esperienza rilevano che
oggi è più che mai necessario ricordare che “la Parola di Dio è la fonte principale
ed essenziale del compito del catechista” e dunque chiamano a diffidare dall’utilizzo
di questa Parola come un qualsiasi “ricorso dialettico”. D’altra parte i catechisti
dichiarano che non sempre i loro sforzi “danno i frutti desiderati e attesi da parte
della comunità ecclesiale” e perciò il “sorgere di comunità vive e adulte nella fede”
appare piuttosto lento. “Queste difficoltà, e queste sfide però - scrivono nel loro
messaggio i catechisti della Bolivia - non ci scoraggiano, anzi, ci servono come slancio
per riprendere con più entusiasmo e fervore il nostro impegno personale e comunitario
con il Cristo vivo”. Nonostante l’importanza della collaborazione con i parroci, i
partecipanti al V Congresso boliviano dei catechisti, affermano che questo “compito
ecclesiale ha una sua identità così come una sua singola spiritualità” e ciò perché,
spiegano, “siamo agenti specializzati, testimoni diretti di Gesù ed evangelizzatori
insostituibili”. “Il nostro contributo è decisivo per rendere credibile, attraente
e attuale il messaggio di Cristo attraverso una Chiesa missionaria”, sottolineano.
E ricordano, in conclusione, che il catechista “è un artigiano dell’incontro con Gesù
Cristo e il suo Regno”. Perciò, si ricorda, il lavoro catechetico “accompagna nel
processo della conversione e della maturazione della fede” (…) affinché il cristiano
sia in grado di “inserirsi in una comunità viva, celebrante ed impegnata nella trasformazione
della nostra società”. (L.B.)